Nono album per il trio più importante nel panorama dell’attuale western music. Sing One For The Cowboy, l’uscita più recente per l’etichetta Shanachie/Western Jubilee Recording Company conferma la considerevole importanza ed influenza della famiglia Hannah (Joe e Jack sono fratelli, mentre Lon è figlio di Joe) in termini di quella musica che fu dei ‘pionieristici’ (mi si passi la facezia verbale) Sons Of The Pioneers all’inizio degli anni ’30.
Jack Hannah è il compositore del gruppo, vincitore del 1999 Western Heritage Award, ha composto nove canzoni nuove che enfatizzano la tradizionale partitura a tre voci che rappresenta il marchio di fabbrica dei Sons.
Oltre a questi nuovi brani, troviamo alcune cover d’annata, quali Down The Trail To San Antone e Texas Plains – in tempi non tanto remoti rispolverate dai Riders In The Sky – mentre Still Water Pool è tratta dal repertorio dei succitati Sons of the Pioneers.
Jack Hannah, che crea ed impara a memoria tutte le sue canzoni senza trascriverle mai, spesso senza neppure l’ausilio della chitarra, spiega “Alcuni dei brani compresi in questo CD mi frullavano in testa da tempo e mi piacevano molto, ma non avrei mai pensato che avrebbero potuto piacere altrettanto a qualcun altro. Poi ho registrato un nastro con una ventina di brani per Rich e Scott (si riferisce ai produttori Rich O’Brien e Scott O’Malley, noti come ‘The Irish Connection’) e quando abbiamo dato i voti, a tutti sono piaciute le stesse canzoni”.
Ad affiancare i nostri tre cowboys in Sing One For The Cowboy, troviamo alcuni amici conosciuti, fra i quali il produttore suddetto e chitarrista extraordinaire, Rich O’Brien, Mark Abbott al basso, Tim Alexander (ex-Asleep at the Wheel) all’accordion, Tom ‘Wolf’ Morrell alla pedal steel e Ray Appleton all’armonica. In tre dei brani, fra i quali il title-track, i Sons sono accompagnati da un’orchestra di otto elementi ed in un brano, quella Texas Plains firmata da Stuart Hamblen, si assiste ad una rarissima esibizione yodel di Jack, lead vocalist del gruppo nella maggior parte dei brani.
Ancora più che degna di nota l’originale Rough String Rider, composta a quattro mani da Jack e Homer Bryant.
Trattasi quindi di una gradita conferma della qualità e dell’attualità di cui gode oggi la musica cowboy.
Western Jubilee – Shanachie 6050 (Cowboy Music, 2000)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 63, 2002
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