Sons Of The San Joaquin - Sing One For The Cowboy cover album

Da qualche tempo a questa parte c’è un rinnovato interesse intorno alla musica western e dopo la pubblicazione di qualche mese fa dell’ottimo A Prairie Portrait che vedeva Don Edwards, Waddy Mitchel e la Forth Worth Symphony Orchestra cimentarsi in brani legati alla cultura del vecchio West, la Western Jubilee Recording Company pubblica il nuovo lavoro dei Sons Of The San Joaquin, dove si respira ancora aria di prateria.
Il gruppo è formato da elementi appartenenti allo stesso nucleo famigliare e cioè dai fratelli Jack e Joe Hannah e dal figlio di quest’ultimo Lon. L’amore dei fratelli Hannah per le cowboy songs nasce negli anni ’30 quando la loro famiglia durante la grande depressione si trasferisce dal Missouri alla Sierra Nevada e il loro padre diventa un fan dei mitici Sons Of The Pioneers.
Complici le notti californiane passate a cantare con il padre e gli ascolti nel negozio del barbiere sotto casa, questo stile si radica nell’animo dei due ragazzi e specialmente in quello di Jack che, ormai in pensione, scopre di avere una spiccata vena nello scrivere canzoni legate alla figura dei cow-boys e nel ’99 vince addirittura un’award per le sue composizioni originali.
Dopo i primi lavori caratterizzati per lo più da covers, anche in questo nuovo album, Sing One For The Cowboy, vengono sfruttate le doti di songwriter del buon Jack che firma ben nove brani dei dodici presenti. Le canzoni spaziano nell’ambito della musica western e quindi troviamo ballads, brani swingati ed atmosfere dal sapore border, il tutto caratterizzato dalle calde armonie vocali dei tre protagonisti.
Tra i musicisti coinvolti nella realizzazione in studio di Sing One For The Cowboy, spicca il lavoro di un altro grande protagonista del western revival, il chitarrista Rich O’Brien e l’orchestrazione ad opera della Remuda Ensemble che ci riporta inevitabilmente il ricordo delle immagini dei vecchi film di John Ford.

Shanachie 6050 (Cowboy Music, 2000)

Fabrizio Inzoli, fonte Out Of Time n. 37, 2001

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