Larry Stephenson Band - Heavenward Bound cover album

Di Larry Stephenson mi era rimasto in mente un ottimo dischetto del 1993, Wash My Blues Away, del quale ricordo la sua voce dalle frequenze altissime, da rasentare a volte la sgradevolezza. Questo Heavenward Bound conferma l’impressione di allora, nonostante il nostro Larry sia considerato dalle riviste specializzate “una delle migliori e più influenti voci high lead/tenor degli ultimi anni”. Possiede senz’altro una voce chiara, pulita, cristallina, ma troppo per ciascuno di questi aggettivi, un high, high tenor che può dare anche fastidio.
Poi la copertina, con Larry in primo piano appoggiato ad un albero, un verde prato ed una grande chiesa: scena banalissima per un disco di white-gospel, così perfettina da sembrare finta, un fotomontaggio. Ed il brutto è che, inserito il dischetto nel lettore, in molti pezzi questa sensazione di ‘troppo perfettino’ purtroppo rimane: attenzione, è un buon disco, suonato e cantato in maniera egregia, ma poco emozionale, che per un gospel non è un bel complimento.
All’ascolto troviamo alcuni brani tradizionali, altri scritti da svariati autori più o meno conosciuti più uno composto da Larry stesso insieme alla moglie Dreama (e cantato al loro matrimonio).
Tra tutti io preferisco l’iniziale title-track composta dal mai dimenticato John Duffey, che fa parte di un gruppo di tre o quattro bluegrass abbastanza veloci.
Lascio da parte i gospel (tra cui un solo brano a cappella) per i motivi di cui sopra ed anche perché, in quanto gospel, possono piacere o meno per partito preso. Inoltre, sempre per i soliti motivi di voci troppo ‘tirate’, sembrano tutti molto simili…
Un disco senz’altro piacevole, il mandolino di Larry Stephenson è in ogni modo sempre efficace e la sua band compie un buon lavoro, ma io lo consiglio quasi esclusivamente a coloro che amano follemente la sua voce.

Pinecastle 1111 (Bluegrass Gospel, 2001)

Claudio Pella, fonte Country Storen. 63, 2002

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