Steve Fromholz - Jus' Playin' Along cover album

La musica texana continua ad avere il suo grande momento di ispirazione, in virtù dei felici lavori editi dalla Lone Star (l’etichetta di Willie Nelson ben illustra, con la qualità dei suoi primi prodotti, le sue intenzioni, che consistono non solo nel rivalutare alcuni artisti sfortunati della texan music, ma pure e soprattutto scoprire e lanciare nuove voci che sappiano portare note fresche ed originali a questo genere, da un po’ di tempo a riposo).

Questo Jus’ Playin’ Along di Steve Fromholz è un’opera di cui, secondo me, l’autore dovrebbe andare fiero. Fromholz è giunto ad un punto cruciale della sua carriera di cantante ed ha condensato in questo album le speranze, le delusioni, gli amori di anni passati in viaggio per l’America; uno dei meriti del cantante è la finezza della sua musica, una dote che notiamo accresciuta dai primi due album solo.

Gli arrangiamenti musicali sono schietti e sinceri, gli strumenti ricoprono il loro ruolo a meraviglia, senza invadenza ed esibizionismi di sorta, c’è una specie di convivenza ideale fra il cantante e la cornice strumentale che lo circonda. E la musica è sana e piacevole: umori honky-tonk si confondono con arie di sapore gospel, dando origine a pezzi superbi quali Little More Holy, She’s Everybody But Mine, Fool’s Gold, No Regrets e l’artista, per chi sa ascoltarlo, si rivela maturo e grande.

L’ombra (influenza) di Willie Nelson è svanita ed è la personalità di Fromholz a dominare in Jus’ Playin’ Along. La conferma ci giunge con i tre movimenti, DaybreakTrain RideBosque Country Romance della Texas Trilogy dove l’artista dà il meglio di sé.

La lunga ballata concept, soggetta a continui cambiamenti, è una parata di personaggi ed emozioni, condotta con passione e forza dalla voce intensa di Steve. Inesistenti le informazioni riguardo ai musicisti presenti alle registrazioni, assenti purtroppo i testi dei brani, ma… malgrado questo, il disco è veramente ottimo. Credete a me, Steve Fromholz è un notevole cantautore, uno di quelli che valgono!

Lone Star 4601 (Honky Tonk, 1978)

Mauro Quai, fonte Mucchio Selvaggio n. 16, 1979

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