La canadese Sue Decker da Victoria, British Columbia, ha iniziato a suonare tardi, all’età di trentacinque anni, lasciandosi attirare dai suoni bluegrass a cui ben presto si sono aggiunti blues, country, folk e soul in un intrigante incrocio di roots music. La sua voce calda e modulata ha più di un punto in comune con quella della prima Lucinda Williams e il suo eccellente stile alla slide l’ha avvicinata a Bonnie Raitt e anche a Ry Cooder con cui condivide un certo eclettismo e la stimolante passione per la tradizione, qui filtrata attraverso una personalità già compiuta.
Nel 2019 aveva debuttato con un disco che aveva raccolto i favori della critica e Outskirts Of Love l’aveva segnalata come una promessa in ambito roots. Ora Keeping Time ricalca quella formula con ancora più convinzione e maturità affidandosi alla produzione e all’esperienza di Steve Dawson, scendendo a Nashville per registrare in compagnia di pochi ma valorosi sidemen come Dave Jacques al basso e Justin Amaral alla batteria a formare una sezione ritmica solida e rodata e lo stesso producer a mostrare gusto e doti non comuni alle chitarre.
Le atmosfere sono spesso intime e profondamente poetiche, rimanendo entro una canzone fortemente debitrice nei confronti dei musicisti che l’hanno preceduta su questi territori, con particolare attenzione alle sonorità degli anni sessanta e settanta.
Le melodie sono estremamente piacevoli, segno di una scrittura ricca di talento e di grande impegno, portando in dote tecnica e cuore ed elargendo emozioni a piene mani.
The Lost Ones riporta alla California dei primi anni settanta con un godibilissimo lavoro di slide che non può non ricordare il David Lindley a fianco di Jackson Browne in un momento giustamente scelto come incipit di un lavoro abbastanza breve come durata (poco più di ventisette minuti) ma preparato con minuzia in cui nulla va sprecato e dove le liriche mostrano semplicità e spessore al tempo stesso.
Hummingbird è imbevuto di umori ‘southern’ dove blues e gospel vanno a braccetto in un’altra melodia coinvolgente, Pretty Words & Flowers accosta Sue Decker alla sensibilità di Lucinda Williams irrobustendo le chitarre e proponendo un midtempo affascinante e vincente mentre Nobody’s Mother è una splendida ballata acustica dal sapore country-folk, commovente e accorata.
Never Asked To Be So Strong sposta gli equilibri verso una country music ispirata e delicata mentre Cheatin’ Side Of Town riporta il blues in primo piano legando le proprie sonorità ai sixties prima di chiudere con una Love Made For A Lifetime degna conclusione grazie ad una melodia limpida a conferma del talento di Sue Decker.
Autoprodotto (Alternative Country, Singer Songwriters, 2024)
Remo Ricaldone, Fonte TLJ, 2024