Veterana della scena musicale canadese con una produzione di sette dischi nel corso di una carriera che abbraccia tre decadi, Suzie Vinnick è un’apprezzata cantante, autrice e chitarrista che spazia all’interno dei suoni roots rimandando in maniera chiara al lavoro di una Bonnie Raitt mostrando una limpida attitudine al blues e a certo roots rock.
Fall Back Home riafferma questa sua versatilità unita ad un facilità di scrittura notevole, frutto di una maturazione che la pone tra le più positive realtà del suo Paese accanto ad una considerazione tra i suoi colleghi che fa si che gente del calibro di Colin Linden, Steve Dawson, Matt Andersen e Paul Pigat diano un fattivo contributo a queste sessions.
Le tinte soul/gospel dell’iniziale Lift You Up, Talk To Me ballata coinvolgente con la calda vocalità di Matt Andersen, il rock blues di Salt & Pepper con l’elettrica di Colin Linden a rimarcare quanto sia tra i migliori ‘manici’ canadesi, le carezze acustiche di It Doesn’t Feel Like Spring Anymore con la resonator guitar di Kevin Breit ad accentuarne la poesia, la sensuale e jazzy The Pie That My Baby Makes in cui Suzie Vinnick è accompagnata dal solo, bravissimo, Russ Boswell al contrabbasso, il delizioso blues acustico di Secret nobilitato dall’armonica di Roly Platt, la buona cover di Big Train (From Memphis) di John Fogerty, City & Skies che viaggia sulla lunghezza d’onda di una Rickie Lee Jones in modalità soul e Hurt By Luck che ci porta dritti con le sue fascinazioni sul border sono il filo conduttore di un percorso affascinante e piacevolissimo.
Un album che concentra le grandi passioni di Suzie Vinnick e un punto di incontro dei più classici suoni americani.
Autoprodotto SV007 (Blues, Blues Rock, Roots Rock, 2022)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2023
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