Sono in tre e vengono dal Nebraska. Rispondono rispettivamente ai nomi di Pat Boilesen, Leigh Anne Frame (prima le signore) e Ron Frame e rappresentano la compagine dei Cowboy Rhythm, ensamble vocale che ripropone in maniera deliziosamente tradizionale materiale western originale e classico.
Il nome viene dall’omonimo brano a firma Patsi Montana, America’s Cowboy Sweetheart e compositrice della intramontabile I Want To Be A Cowboy’s Sweetheart, primo disco a vendere oltre un milione di copie nella versione di un’interprete femminile. Dalle nostalgiche ballate cowboy alle canzoni del periodo dei singing cowboys’, fino alla musica western contemporanea ed originale, questo gruppo si ispira ai grandi interpreti del genere, quali Gene Autry, i Sons Of The Pioneers e la stessa Patsi Montana.
Leigh Anne e Ron sono moglie e marito, mentre Pat si è aggiunta per buona misura: insieme i nostri riportano alla mente le immagini del West reale ed immaginario e sono le nostre orecchie ad essere deliziate per prime. La discografia del gruppo non si può certo definire ampia – ancora – in quanto consta di un’unica cassetta intitolata Ridin’ The Rhythm Trail, datata 1995 e contenente dieci brani, fra covers ed originali.
Riscopriamo il piacere di ascoltare la gradevolissima Ragtime Cowboy Joe, la stessa Cowboy Rhythm impreziosita da simpatiche esercitazioni yodel, la nota Shifting Wispering Sands, rifatta sia da Johnny Cash che dai suddetti Sons Of The Pioneers, ancora la divertente Desert Pete a firma del grande Billy Edd Wheeler per finire con un omaggio al grande texano Andy Wilkinson con la sua Angels Can Do No More, tratta dall’album Deep In The Heart del 1992.
Per quanto riguarda i brani originali, una menzione speciale per la composizione Buckboards And Blankets a firma Pat Boilesen.
Contemporaneamente al debutto come parte dei Cowboy Rhythm, la sola Leigh Anne Frame si cimenta in veste di solista con l’omonima cassetta Leigh Anne con risultati almeno pari a quelli del gruppo. Lo sforzo solista gode – a mio parere – di una migliore produzione, fanno bella mostra di sé nomi blasonati quali quello della stessa Patsi Montana (voce corista e yodel in Texas Plains), di Liz Masterson (voce solista e corista in Texas Moon), di Jim Pfeiffer degli ex-Pfeiffer Brothers (voce corista e compositore della conclusiva Ridin’ Home Alone), senza dimenticare il consorte Ron Frame al basso.
Quanto mai interessante risulta anche la selezione dei brani, a partire dall’iniziale Cowgirls, composta da Nancy Thorwardson quale evidente tributo al femminile alla figura dell’eroina del West, spesso in secondo piano rispetto all’eroe maschile (vedasi il rapporto Roy Rogers-Dale Evans), alle covers di Texas Plains e Texas Moon, senza dimenticare il classico Spanish Is The Loving Tongue, qui nel titolo A Border Affair. Due brani portano la firma del genio compositivo western abbinato alla penna di Bob Nolan, Wind e Way Out There, decorata da uno spendido yodel, ma non dobbiamo dimenticare They Call The Wind Mariah, dal musical western (poi trasposto sullo schermo con Lee Marvin, Clint Eastwood ed alcuni membri della Nitty Gritty Dirt Band) Paint Your Wagon, una struggente versione della sempreverde Home On The Range, per finire con la raffinata Ridin’ Home Alone del succitato Wiley Jim Pfeiffer.
Parafrasando le note di chiusura di questa cassetta: “Cos’altro potrebbe chiedere una cowgirl?”. Vale davvero la pena di contattare Cowboy Rhythm e Leigh Anne Frame per ottenere queste cassette.
Doc Denning ha già fatto capolino sulle nostre pagine in concomitanza con il suo precedente lavoro intitolato My Best To You. Oggi ritorna con questo nuovo progetto solista – realizzato, come il precedente, con la tecnica del ‘multiple recording’, che consente a Doc di suonare tutti gli strumenti e di cantare tutte le parti vocali da solo – dal titolo That’s My Home, disponibile soltanto in versione ‘tape’ e che quindi entra di diritto nella nostra rubrica.
Il nostro settantaseienne amico, ex-membro dei Sons Of The Pioneers e dei Reinsmen, ci ha inviato una copia della sua nuova cassetta dedicata agli stati dell’Ovest americano ed è con estremo piacere che ci apprestiamo a parlarvene.
Scrive lo stesso Doc: “Se il vostro stato di appartenenza non figura fra quelli menzionati in questo gruppo di brani, dimenticate questa premessa. La verità è che non conosco canzoni su tutti e cinquanta gli stati e se anche le conoscessi, questa cassetta non entrerebbe nel vostro lettore. Poiché questa è musica Western, ho scelto alcuni brani che parlano del West e se anche non provenite da queste zone, forse potete far finta, almeno per un po’”.
Fra i brani particolarmente interessanti troviamo Nevada, originariamente apparsa su un disco dell’orchestra di Tommy Dorsey all’inizio degli anni ’40 e ripresa dallo stesso Doc in un suo 78 giri del 1946, registrato per l’etichetta 4-Star di Hollywood.
Moon O’er Montana è firmata da Dan Meyer, fa parte del repertorio originale dei Big Sky Cowboys – un gruppo western che gestisce uno dei tanti ranch per turisti (situato all’entrata nord del Parco Nazionale di Yellowstone), dove è possibile passare un’allegra serata in clima familiare, seduti ai tavoloni di un immaginario bivacco, mangiando “…bistecche altre tre dita e montagne di patatine fritte…” (Tex Willer docet), innaffiate da fiumi di birra gelata ed ascoltando canzoni western eseguite dal vivo dalla band di cui sopra – ed è compresa nel loro eccellente CD intitolato Montana Blue.
Altri brani degni di doverosa menzione sono alcuni classici della tradizione Western, ripresi per lo più dall’ampio repertorio dei mitici Sons Of The Pioneers. quali Home Again In Old Wyoming, Santa Fé New Mexico, The Everlasting Hills Of Oklahoma, senza tralasciare il classico western-swing della tradizione texana Home In San Antone (notoriamente composto da Floyd Jenkins, ma qui misteriosamente accreditato alla prolifica penna di Fred Rose) o l’altrettanto nota Sioux City Sue.
Si chiude la parata con un originale di Doc risalente al periodo dei Reinsmen, Arizona Sunset, tutta giocata sui toni nostalgici di una ballata da titoli di coda di uno di quei magici western della fine degli anni ’50.
Happy trails to you… until we meet again.
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 43, 1998