Al suo quarto album in studio (e altri due dal vivo), Terri Hendrix è ormai una solida realtà non solo della canzone d’autore texana al femminile, ma dell’intero panorama internazionale in chiave pop/folk. Cresciuta di album in album, forse grazie alle cure di Lloyd Maines, produttore onnivoro che a lei ha dedicato gran parte delle sue migliori attenzioni nel corso degli ultimi anni, la bionda Terri da fresca e innocente farm girl è diventata una sofisticata country lady, allargando via via lo spettro delle sue qualità espressive al rock, al pop, al jazz.
The Ring, anche se non raggiunge i vertici del precedente lavoro in studio, Places In Between di tre anni fa, aggiunge nuovi colori alla sua tavolozza, come quelli del jazz nella title-track, dove Terri mette in mostra belle doti vocali di fraseggio, del folk/funk urbano di Night Wolves, dell’alternative pop di Consider Me. Il resto Terri se lo gioca nel folk/rock (l’iniziale Goodbye Charlie Brown), nel folk/blues (I Found The Lions), nel contemporary folk (la title-track), tutte sfumature di una scrittura che tiene insieme in modo personale gli stilemi fondamentali della tradizione americana, rivestendoli poi di argentine sonorità di chitarre e mandolini, in un mix leggiadro e deliziosamente quasi pop.
Accanto a Terri e al suo padrino Maines, che si occupa al solito della produzione, co-firmando quasi tutte le canzoni e suonando quasi qualsiasi cosa funzioni con le corde, una sezione ritmica d’eccellenza, Glenn Fukunaga e Paul Pearcy, le tastiere di Riley Osborne e un cameo vocale di Sarah Hickman, altra splendida signora della canzone.
Wilory WR30005 (Singer Songwriter, 2002)
Mauro Eufrosini, fonte JAM n. 91, 2003
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