Cathy Ponton King

Non è facile trovare qualcosa di nuovo. Scoprire un segreto, svelare quell’aurea di mistero che lo circonda richiede attenzione, necessita di un suo rituale. Una volta scopertolo, non meno difficile è, soprattutto, condividerlo con gli altri. Per ragioni fin troppo ovvie, noi consideriamo un dovere lo svelarlo. Fare questo con regolarità può sembrare incredibile, in particolare se si tiene conto della qualità dei ‘segreti’, ma la rivista musicale che mancava non vuole ancora una volta smentirsi nel togliere simbolicamente i veli al primo segreto femminile.

Ed ancora una volta andiamo contro-corrente, niente di eclatante o di fuori dal comune, ma un ‘low-profile’ di qualità.
La ragazza, anzi, la donna della porta accanto si chiama Cathleen ed “is a Mid Atlantic regional secret; she has a family and a day job, and doesn’t take her music on the road much”.
Originaria del Maryland, Cathy inizia a suonare la chitarra all’età di dieci anni. La sua formazione è folk ma scopre il blues al college lavorando per una radio.
Si laurea in giornalismo e lavora professionalmente in alcune stazioni radio di Washington D.C., area dove inizia ad esibirsi come cantante-chitarrista in diversi gruppi non professionisti con un repertorio che va dal rock sino al blues ed al soul.

Agli inizi degli Anni ’80 decide di diventare una musicista professionista ed abbandona il lavoro per formare un gruppo stabile. Durante la registrazione di un singolo incontra Jeff King, suo futuro marito ed anch’egli musicista.
Si sposa nell’86 e la sua carriera di rockeuse sembra finita per iniziare quella di donna di casa. Nonostante la nascita di una figlia, Carianne, Cathy Ponton King non demorde e ricomincia ad esibirsi.
Forma una sua band, King Of The Roads, proponendo un repertorio originale e classici della musica americana di matrice roots.

Agli inizi degli Anni ’90 ha una grande occasione proprio grazie al marito che vuole permetterle di registrare le sue canzoni più belle ed apprezzate durante i concerti.
Un’autrice con un songbook molto ampio e vario viene affiancata dai migliori musicisti di studio in circolazione. Prodotta dall’ex Nighthawks ed Assassins Jimmy Thackery, Cathy Ponton King ha modo di rivelare tutto il suo potenziale di cantante ricca di soul-feeling e di temperamento supportato da un’eccellente tecnica vocale che le permette di interpretare soulfull-ballads, rock & roll e blues.

Paragonata con disarmante regolarità in ogni articolo letto su di lei a Bonnie Raitt, non si può certo dire che vocalmente non la ricordi come pure nella struttura di certe sue blues-soul-ballads. Cathy è stata accostata anche a personaggi come Debbie Davies, già chitarrista con Albert Collins, e Sue Foley.

Certo Lovin’ You Right può essere considerato opera di un epigono della Raitt, ma la scrittura della Ponton è di notevole spessore, decisamente personale e di gran classe nei toni delle sue blues-ballads esaltate da una produzione attenta ed essenziale di un Jimmy Thackery, in gran spolvero anche in veste di chitarrista, che dimostra una sensibilità ed un eclettismo che non gli conoscevamo. L’ex Nighthawks, alla guida di una piccola formazione che si avvale dell’ottimo Tom Lepson, tastiere, e di una sezione ritmica, crea un sound bello e potente, degno delle ultime produzioni della Raitt. Riesce ad ottenere, con molti meno mezzi e musicisti, le stesse eleganti e raffinate atmosfere mediate dalla musica nera, veste magistralmente le belle ballads della Ponton e firma con lei la title-track, brano di notevole bellezza con l’organo di Tom Lepson in evidenza tra la pregevole performance vocale di Cathy, più Raittiana che mai, ed un hendrixiano Jimmy Thackery.

Questi ripropone questo brano anche nel suo nuovo album, Trouble Man, in un arrangiamento simile con un organista a supporto del suo trio.
Tutto Lovin’ You Right è composto di brani originali, unica eccezione You Got Me Singing di Eddie Hinton, che ricordiamo per il superlativo soul-duet tra Tom Lepson e la Ponton. In un’opera che ha richiesto due anni di lavoro, per dar corpo alle songs di tanta autrice, molti brani si fanno ricordare: il corposo r&b d’apertura Sweet Sand And Lonely, con due tastiere ed il sax di Joe Stanley in evidenza, la nostalgica Goin’ Back, la rockeggiante You’re Lookin’ Away ed il rockabilly Tell Me What I Want To Hear, il blues Move A Lot con bei assoli di Thackery e dell’armonicista Jerry Portnoy, e la pianistica Change My Way Of Living con Thackery alla slide in centrati interventi a sostegno di una scatenata vocalist che chiude l’album alla grande.

Una voce duttile ed espressiva, che sa essere graffiante o suadente, molto matura e personale in grado di affascinare per la sua sontuosa bellezza. Ma se le qualità vocali sono trasparenti, non vanno dimenticate le doti di autrice capace di esprimersi con disarmante naturalezza nel rock e nel blues, come tra soul-ballads e r&b bianco di pregevole fattura.
Cathy Ponton King non fa certo personaggio, ma ha il fascino, costante e discreto, della maturità, della musicista vera e di una cantante ed autrice che consiglio vivamente non solo ai fans di Bonnie Raitt.

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 5, 1994

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