Buffalo Springfield

Uno dei più interessanti e innovativi gruppi della scena rock della West-Coast a metà anni ’60 sono i Buffalo Springfield. Malgrado la loro carriera e vena musicale si esaurisca nel giro di pochi anni, e più precisamente dal Marzo del 1966 al Maggio del 1968, il loro patrimonio artistico non avrà mai fine.

Ne fanno parte tre musicisti di grande talento: Richie Furay nato a Yellow Springs nell’Ohio il 9 Maggio del 1944 alla chitarra ritmica, il texano Stephen Stills, nato a Dallas il 3 Gennaio del 1945, entrambi ex Au Go-go Singers (un gruppo di nove elementi, house band del Cafe Au Go-Go di New York City) e il cantautore canadese Neil Percival Young, nato a Toronto il 12 Novembre del 1945.

Con loro ci sono altri due canadesi: il batterista Dewey Martin (nato il 30 Settembre del 1940 e deceduto il 31 Gennaio del 2009, dapprima nella sua band Sir Walter Raleigh And The Coupons poi nei Dillards) e il bassista Bruce Palmer (nato il 9 Settembre 1946 e deceduto il 1 Ottobre del 2004).

Neil Young e Bruce Palmer si conoscono già avendo militato insieme nei Mynah Birds. Il nome Buffalo Springfield lo trova quel geniale e vulcanico folletto che risponde al nome di Van Dyke Parks e si riferisce a uno schiacciasassi a vapore dell’era western, un rullo stradale che stava asfaltando una via di Los Angeles e posizionato in mezzo alla strada, ma è in quel punto dove i vari elementi del gruppo un giorno s’incontrano. Neil Young e soci partono dal Canada per Los Angeles su un veicolo a dir poco bizzarro, un carro funebre, e sono alla ricerca di Stephen Stills, quest’ultimo in piena Los Angeles vede un’auto targata Ontario e riconosce subito Neil Young.

Neil Young e Stephen Stills si erano conosciuti qualche tempo prima in un locale, il Fourth Dimension a Thunder Bay, Ontario, Canada, Neil Young suonava allora con The Squires, un gruppo di Winnipeg che lui capitanava dal Febbraio del 1963, mentre Steve Stills era in tour con The Company, una band derivata dagli Au Go-Go Singers. Si trovano e nascono così i Buffalo Springfield.

Richie Furay nasce in Ohio, frequenta l’Otterbein College poi si sposta a New York e inizialmente è in un folk trio prima di unirsi agli Au Go-Go Singers. Paul Richard Furay, questo il suo nome completo, e Steve Stills sono entrambi presenti nell’album dal titolo omonimo Au Go-Go Singers pubblicato nel 1964 dalla Roulette Records.

I Buffalo Springfield, dopo una lunga serie di date a Los Angeles al Whiskey a Go-Go, sono pronti per registrare il primo album per la Atco (Atlantic). ll disco d’esordio, pubblicato il 5 Dicembre del 1966, indubbiamente spicca per il suo forte sapore folk-rock e da una linea melodica morbida caratterizzata da ricche armonie vocali, a conferma di un nascente e crescente ‘California Sound’ insieme ad altri gruppi come The Byrds, depositari del celebre e squisito genere chiamato West-Coast Music.

La magnifica For What It’s Worth, scritta da Stephen Stills dopo aver assistito alla violenta repressione da parte della polizia di alcuni pacifisti manifestanti sul Sunset Strip di Los Angeles, diventa il loro cavallo di battaglia e, pubblicato anche come singolo, vende un milione di copie soltanto negli USA, attirando l’attenzione della critica mondiale, diventando una sorta di inno hippy e in celebrazione dei disordini scoppiati nel 1967.

Nella prima versione dell’LP, peraltro, For What It’s Worth non è inclusa per far posto a Baby Don’t Scold Me. Intorno al gruppo un susseguirsi di cambiamenti: Bruce Palmer lascia il gruppo a causa dell’arresto per possesso di marijuana, sostituito da Ken Koblun prima, poi da Jim Fielder (bassista con i Blood Sweat And Tears, Mothers Of Invention,Tim Buckley, ecc. ecc.) e infine da Jim Messina. Doug Hastings nel frattempo prende il posto temporaneamente di Neil Young.

Nel 1967 il gruppo partecipa al Monterey Festival Pop con la defezione di Neil Young, al suo posto sul palco ci sono per l’occasione il chitarrista Doug Hastings e David Crosby dei Byrds. Nonostante tutto ciò, la band è assai lucida e pubblica Again, pietra miliare del country-rock. Again, dato alle stampe il 30 Ottobre del 1967, è un album più eclettico e maturo del precedente, con alcune composizioni decisamente riuscite che spaziano dal blues, al folk, alla psichedelia e con momenti di rock orchestrale come in Expecting To Fly dove si fa notare la produzione di Jack Nitzsche.

Neil Young e Stephen Stills sono sopra tutti e presto rivelano le loro grandi doti compositive. Mr. Soul dedicata alle ladies del Whiskey a Go-Go e alle donne di Hollywood, porta la firma di Neil Young, il pezzo più hard del gruppo, mentre Rock And Roll Woman esce dalla penna di Steve Stills. Altra peculiarità della band, come in Rock And Roll Woman, è il canto potente, cori perfetti e il giusto mix di accompagnamento tra chitarre acustiche luminose e chitarre elettriche assai dure.

Richie Furay è eclettico al punto giusto e alterna un brano country come A Child’s Claim To Fame dove cantano meravigliosamente Richie Furay, Steve Stills e Neil Young, un folk di gran classe come Sad Memory e un rhythm and blues potente come Good Time Boy, ispirato nel modo di cantare e urlare da Wilson Pickett e cantato dal batterista Dewey Martin.
Stephen Stills, proiettato nell’ottica del futuro supergruppo Crosby Stills Nash & Young, è già sulla giusta lunghezza d’onda con Everydays e Bluebird, pubblicata anche come singolo.
A dir poco splendida in chiusura di album Broken Arrow, che è un chiaro riferimento ai Nativi Americani di cui Young si occuperà spesso e con forte interesse.

Again è il canto del cigno del gruppo, anche se prima di sciogliersi la band pubblica, il 30 Luglio del 1968, una sorta di raccolta di brani solisti e intitola l’album Last Time Around. Last Time Around è assemblato da Jim Messina (poi coi Poco e Loggins And Messina) qui in veste di tecnico del suono, dato che i pezzi sembrano essere stati incisi dai vari elementi della formazione separatamente o quasi. Un’opera ibrida che non piace ai musicisti della band ma contiene alcune autentiche chicche.

Richie Furay con Micki Callen firma il primo brano della facciata B The Hour Of Not Quite Rain. It’s So Hard To Wait è firmata da Richie Furay con Neil Young e Merry-Go-Round. Non mancano autentici classici come On The Way Home e I Am Child di Neil Young, e la bellissima Kind Woman di Richie Furay scritta per la moglie Nancy e cantata dallo stesso autore con Jim Messina. Emblematica la copertina con Neil Young che guarda in direzione opposta rispetto al profilo degli altri.

La buona accoglienza del pubblico e della critica tuttavia non soddisfa a sufficienza la band e non trova il giusto riscontro in seno al gruppo, le forti personalità di Steve Stills e Neil Young iniziano già a scontrarsi tra loro e con gli altri. Stills, nel 1969, entra nel formidabile trio Crosby Stills And Nash a cui più tardi si unirà talvolta anche Young.

Le carriere solistiche di ciascun membro del gruppo sono di rilievo, Dewey Martin pubblica subito un album solista nel 1968 intitolato Dewey Martin And The Medicine Ball per la Uni, mentre Bruce Palmer sempre nel 1968 per la Verve dà alle stampe The Cycle Is Complete, in cui appaiono tra gli altri Templeton Parcely al violino – musicista dai quattro nomi Chester Crill, Templeton Parcely, Fenrus Epp e Max Buda – mentre Paul Lagos è alla batteria ed entrambi fanno parte dei Kaleidoscope, la band di folk-rock psichedelico e precursori della musica etnica di Chris Darrow e David Lindley.

Richie Furay, nel frattempo, con Jim Messina e Rusty Young nel 1969 forma i Poco, gruppo capostipite nel country-rock e ci resterà sino al 1974. Con i Poco incide splendidi album come Pickin` Up The Pieces (1969), Poco (1970), Deliverin’ (1971), From The Inside (1971), A Good Feelin’ To Know (1971), Crazy Eyes (1973) e Legacy, reunion dei Poco nel 1989, pubblicato dalla Rca.

Tornando ai Buffalo Springfield, nel 1969 esce la loro prima compilation. Retrospective: The Best Of Buffalo Springfield che la Atco (Atlantic) immette sul mercato il 10 Febbraio del 1969, disco di platino in America e disco d’Argento in Inghilterra (oltre le 60 mila copie). Nel 1973 esce l’ennesima raccolta, un doppio album sempre per la Atco intitolato semplicemente Buffalo Springfield con 23 brani e i pezzi migliori.

La musica dei Buffalo Springfield è il giusto crocevia tra il country e il rock, il folk-rock melodico e il blues-rock e la loro scrittura risulta semplice, gradevole e immediata. I Buffalo non erano una band nel vero senso della parola, ma un insieme di cantautori, ciascuno concentrato sulle proprie canzoni. Stills e Young gareggiano selvaggiamente lasciando in un certo senso ai margini il meno competitivo Richie Furay che dirà dei Buffalo Springfield: “penso che siamo una delle band americane più popolari e misteriose”. Nei Buffalo Springfield, Richie Furay ci sarà dal 1966 al 1968 e nelle reunion del gruppo dal 2010 al 2012.

Le radici folk-rock, il country mischiato con il rock più possente nei Buffalo Springfield hanno una influenza fondamentale per la musica west-coast a venire e che avrà i suoi adepti nel decennio successivo con i Poco, Crosby Stills Nash & Young, gli Eagles, e così via.
I Buffalo Springfield nel 1997 trovano posto nella Rock And Rolf Hall of Fame, il museo americano del rock dedicato agli artisti più importanti e più rappresentativi. Alla cerimonia manca Neil Young e il loro presentatore e cerimoniere per l’occasione è Tom Petty.

Neil Young, Steve Stills e Richie Furay si riuniscono per l’annuale Bridge School Benefit nei concerti del 23 e 24 Ottobre 2010 a Mountain View in California. Nel 2011 a sorpresa, Stephen Stills, Neil Young e Richie Furay decidono una reunion a cui seguono applauditi concerti in alcuni grandi Festival. I Buffalo Springfield si riuniscono per 6 concerti a cominciare dal 1 Giugno 2011 a Oakland poi a Los Angeles, Santa Barbara e, in seguito, al Bonnaroo Music & Arts Festival a Manchester, Tennessee. La band consiste in Richie Furay, Steve Stills e Neil Young con la line-up completata da Rick Rosas (RIP) e Joe Vitale. Avrebbero dovuto fare una tournée estensiva nel 2012 ma Neil Young poi ripiega e ci rinuncia, impegnato a incidere due suoi album solisti con i Crazy Horse.

Aldo Pedron, fonte Late For The Sky n. 126, 2016

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