Con scadenza quasi annuale The Creekdippers, i due figli del deserto, gli emarginati (per propria scelta) del music biz consegnano il loro diario di una storia, d’amore prima che musicale, fatta ancora una volta di dolci melodie che pescano nella tradizione, con un passo vagamente country e uno distrattamente rock.
Loro sono Mark Olson e Victoria Williams: Mystic Theatre è senz’altro il progetto più riuscito e affascinante tra i tanti che ci hanno consegnato, diviso com’è quasi in due parti ben distinte: le melodie sognanti, tipiche, di Mark Olson e le interpretazioni jazzy, assolutamente fascinose, di Victoria.
Naturalmente i due dei Creekdippers interagiscono sempre, ad esempio nell’iniziale No Water No Wood, ma l’impressione è che si tratti di due dischi, incollati insieme, frutto di visioni musicali diverse ma che interagiscono benissimo in unico ascolto.
Noi preferiamo Victoria (la sua Betsy Dupree, ad esempio, è semplicemente un capolavoro, in cui la nostra sfoggia una classe degna del miglior Tom Waits), ma è questione di gusti, credo. In Mystic Theatre la parte del leone la fa comunque Mark, con dieci pezzi su tredici, quasi tutti di buon valore.
Glitterhouse GRCD 605 (Alternative Country, Singer Songwriter, 2004)
Paolo Vites, fonte JAM n. 104, 2004
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