E’ uscito da un po’ di tempo, ma penso se ne debba parlare, per diversi motivi. Il primo è che Thacker e Blankenship sono nomi noti nella scena bluegrass, avendo suonato a lungo con Ralph Stanley (soprattutto Junior, che con Ralph è stato dal ’77 al ’94), e avendo quindi avuto modo di lasciare segni tangibili della loro bravura. Il secondo è che qualsiasi gruppo nato attorno a ‘fuoriusciti’ di rilievo desta obbligatoriamente interesse: pensate a Boone Creek, Spectrum, IIIrd Tyme Out etc etc. Il terzo motivo di interesse, per me, è però negativo, e sta nel parziale fallimento di un progetto come questo. Analizzo e spiego.
Con Ernie Thacker (gran voce alla Keith Whitley e mandolino degnissimo) e Junior Blankenship (grande chitarra nella tradizione George Shuffler e non, chi l’avrebbe detto, buona voce) si sono associati tale Barry Clevenger (banjoista preciso ma ‘unexciting’ in quanto a timbro e idee) e Butch Bailey (bassista e vocalista discreto), in un giorno radioso della primavera 1994, decisi a sfondare in proprio. Devono avere deciso di cacciare subito fuori un CD, dato che sapevano di potere contare su una discreta fama personale, ma in qualche modo non sono entrati in studio prima di novembre. Non mi è chiaro cosa abbiano fatto in quei 7-8 mesi, altro che suonare in concerto e macinare chilometri, visto che la scelta di titoli per il CD non è delle più originali: solo tre originali firmati dal banjoista (ahò, teribbile…), dal di lui padre o fratello o cugino Tommy (pezzo di inizio, discreto), dal bassista (pezzo superfluo) e da Thacker (un Leaving You Today che meritatamente gira molto in radio), ma per il resto i soliti (molto ma molto soliti in questo caso) Bill Monroe, Flatt & Scruggs, Stanley, Haggard, e naturalmente il Bobby Charles di Tennessee Blues che ormai lo si ascolta quasi con noia anche da Crowe.
In queste mie forse troppo acide parole sta il senso del ‘fallimento’ di cui vi parlavo: mi chiedo infatti come possono quattro musicisti validi come questi, che cantano veramente bene, suonano altrettanto bene (per di più con Art Stamper al fiddle), avendo dalla loro fonti illimitate per farsi un repertorio personale e produrre un CD di esordio della madonna, dicevo come possono in tutta onestà pensare di conservare la faccia registrando la decimilionesimacoverdi Blue Ridge Cabin Home, I’m Ready To Go, Used To Be, I’m Lonesome Without You o No Mother Or Dad o riprendere pezzi del tutto personali per altri gruppi, come Sing Me Back Home (Seldom Scene), Home Again (Livewire), Kentucky Banjo (Larry Sparks), o Tennessee Blues (New South). E il fatto che li facciano bene, come facile pensare, ti fa ancora più incazzare, visto che certo potrebbero farli meglio, cioè in modo del tutto personale e non stile jam-session, oppure potrebbero fare bene qualcosa di meno ovvio, per non dire originale.
Sono riuscito ad avere un tono incazzato anche questa volta, lo so, ma gli è che nella mia vita lo spreco (di talento, di occasioni etc) è diventato fastidioso… Per concludere: se amate andare sulle cover, sullo scontato e, per certi versi, sul ‘sicuro’ qui non sarete delusi. Se invece volete un minimo più di originalità, beh allora…
Copper Creek CCCD-0136 (Bluegrass Tradizionale, 1995)
Silvio Ferretti, fonte Country Store n. 32, 1996