Molto considerati dalla critica d’oltreoceano per il loro approccio fresco e propositivo, The Farewell Drifters sono l’anello di congiunzione tra la tradizione folk e i suoni contemporanei pop e rock, mantenendo sempre un mirabile equilibrio tra acustico ed elettrico e giocando con influenze molto diverse come il gusto e la sensibilità pop di un Brian Wilson, la rivisitazione del proprio retaggio folk a la Avett Brothers e Mumford & Sons e il talento di saper confezionare arrangiamenti sempre molto personali e preziosi. Merito anche di un produttore come Nelson Hubbard capace di guidare il quartetto nei meandri di un suono che poteva rischiare di apparire banale e scontato.
Zach Bevill è il cantante solista che si districa molto bene a chitarra e piano, Joshua Britt è spesso protagonista con il suo mandolino nel costruire un suono che vede suo fratello Clayton Britt intrecciare chitarre elettriche ed acustiche e il bassista Dean Marold creare una solida base ritmica. Evan Hutchings è il quinto membro, con la sua batteria sempre precisa e mai invadente. Belle armonie vocali, curatissime e coinvolgenti, melodie spesso ‘circolari’ e ricche di fascino, tecnica notevole forgiata attraverso esordi legati al bluegrass ma con uno sguardo al pop anni sessanta, queste sono le peculiarità dei Farewell Drifters, certamente pronti ad una affermazione più ampia e completa.
Modern Age, la title track Tomorrow Forever, Bring ‘em Back Around, Coming Home e Tennesse Girl sono i punti più rimarchevoli di un disco che ha dalla sua coesione e godibile sagacia, un disco le cui melodie crescono in maniera esponenziale ascolto dopo ascolto.
Da conoscere se amate le ispirazioni citate in precedenza.
Compass 4615 (Country Folk, Roots Rock, 2014)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2014
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