Quarto album per il duo famigliare residente a Chicago e formato dal tenebroso Brett Sparks e dalla sua inquietante mogliettina Rennie, ex-scrittrice di gialli di Long Island. Avendo come principale riferimento le murder ballad di tradizione angloamericana, gli Sparks propongono una miscela di canzoni dalle tematiche cupe e dalle venature horror. Che già emergono a partire dal primo brano (The Snow White Diner) che narra il suicidio di una donna e dei suoi figli di fronte a un fast food.
Il tappeto musicale che accompagna le semplici melodie degli Sparks e i loro racconti surreali è al solito scarno (Brett suona tutti gli strumenti registrando nello studiolo di casa) e alquanto banale. Ma, tutto sommato, l’idea funziona: la voce cavernosa di Brett diventa infatti il fattore timbrico principale a cui tutto il suono si adegua. Dando vita, così, ad atmosfere insinuanti che mettono addirittura i brividi quando si leggono i testi scritti con gusto macabro da Rennie.
Come nel caso di I Know You Are There (che suona come un pezzo della Carter Family cantato da Leon Redbone) e di Peace In The Valley Again (che ricorda un traditional anche in virtù dell’accompagnamento di Rennie all’autoharp) nella quale si sviluppa un’altra tematica cara agli Sparks: quella degli animali. Che diventano minacciosi (White Dog), invisibili e quindi pericolosi (Birds You Cannot See, un pezzo che l’autoharp rende simile a una ninna-nanna) nonché decisamente aggressivi (A Dark Eye).
Insomma, ancora una volta Brett e Rennie sorprendono con una proposta discutibile ma certamente originale: che di questi tempi ci pare un pregio niente affatto trascurabile.
Carrot Top 27 (Alternative Country, 2001)
Ezio Guaitamacchi, fonte JAM n. 77, 2001
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