Soundtrack To A Ghost Story è un affascinante viaggio attraverso il tempo, un percorso sonoro nei luoghi che hanno visto svolgersi quell’enorme dramma chiamato Guerra Civile Americana visti attraverso una lente contemporanea che fa emergere i fantasmi, le fascinazioni, i misteri di una terra pregna di musica e letteratura. Già il luogo scelto per le registrazioni ci fa capire l’intento che si cela dietro a questo progetto, una vecchia ‘plantation farm’ di Franklin nel Tennessee che si chiama Octagon Hall all’interno delle cui mura filtrano storie, tragedie ed enigmi che la rendono quasi magica.
The Orphan Brigade sono principalmente Neilson Hubbard, Ben Glover e Joshua Britt che, con il fattivo supporto di Gretchen Peters, Kim Richey, Eamon McLoughlin, Heather Donegan e altri, che confezionano un lavoro di grande spessore emozionale e di ottima musica.
Folk, gospel e alternative country sono le principali coordinate entro le quali si dipanano le tredici canzoni del disco, introdotte da un breve preludio strumentale che dà subito spazio ad una delle più significative tra le armonie presenti, Pale Horse, pura poesia e limpida musicalità.
Trouble My Heart (Oh Harriet) è l’essenza del Sud gotico e drammatico al quale si ispira questo album, I’ve Seen The Elephant mi ricorda il suono ‘low-fi’ del Tom Waits più teatralmente poetico, Sweetheart è gospel e work songs con implicazioni quasi New Orleans, Last June Night è più tenue e raccolta, una folk ballad ancora preziosa, così come The Story You Tell Yourself dalla grande forza espressiva. We Were Marching On Christmas Day si presenta come un altro dei momenti topici del disco, tra country e folk, tra passato e presente, poi la pregevole Good Old Flag, orgogliosa e splendente per melodia e messaggio, le reminiscenze irlandesi di Cursed Be The Wanderer e Paddy’s Lamentation e la conclusione affidata ad una The Orphans con un crescendo che rimane nel cuore e nella mente.
Disco che non si dimenticherà facilmente per le mille sfaccettature musicali e le chiavi di lettura che lo rendono tra i più intriganti degli ultimi anni.
Appaloosa AP188-2 (Alternative Country, 2015)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2016
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