Plastic Pals - Turn The Tide cover album

Negli ultimi anni dalla Svezia ci è arrivata la migliore roots music prodotta in Europa, non una mera copiatura degli artisti americani ma una proposta personale e genuina. The Plastic Pals esistono dal 2005 e l’anno successivo debuttano con un EP intitolato The Band That’s Fun To Be With ma è con il loro primo disco a lunga durata, Good Karma Cafe del 2008, che si fanno notare anche al di fuori dei confini nazionali.
Il quartetto di Stoccolma formato dal leader e chitarrista Hakan ‘Hawk’ Soold, dal secondo chitarrista Anders Sahlin, dal bassista Bengt Alm e dal batterista Olov Oqvist fanno riferimento a certo roots rock americano che ebbe negli anni ottanta il suo apice, dai Dream Syndicate di Steve Wynn ai Green On Red di Dan Stuart e Chuck Prophet. E proprio con i Green On Red che ci sono i punti di contatto più significativi, non solo per la presenza di Chris Cacavas nei panni di produttore e tastierista ma soprattutto per un gusto della melodia evocativo e quasi cinematografico.

Ottime cavalcate elettriche in cui le chitarre fungono da traino e da ispirazione e dove spesso il fantasma di Neil Young si affaccia per guidare le armonie e gli estri di Hakan Soold e soci, un pizzico di psichedelia che affascina ulteriormente, una ritmica solida e compatta, queste sono in estrema sintesi le principali doti che rendono Turn The Tide un disco di notevole caratura.
Tredici sono le canzoni che formano un insieme rimarchevole per ispirazione, tredici momenti in cui la tensione si mantiene alta e in cui emerge una grande consapevolezza e talento.
Faremmo torto a qualcuna citando le migliori in un disco che indica con chiarezza quanto sia stata metabolizzata la lezione dei gruppi citati in precedenza.

Polythene 008 (Roots Rock, 2013)

Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2013

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