Un concerto di Todd Snider è quasi un’occasione interattiva per la comunicazione che il cantautore riesce ad instaurare con il pubblico, con il quale dialoga dall’inizio alla fine, tra una canzone e l’altra ed anche durante le canzoni stesse: un grande entertainer.
Uno dei pochi veri storyteller in circolazione, Todd Snider, dal 2000, è entrato a far parte della scuderia della Oh Boy Records e di Al Bunetta, che ha saputo riconoscere in lui quelle doti che hanno fatto grandi l’indimenticabile Steve Goodman e l’altrettanto grande John Prine, ma che, soprattutto ha saputo scrollargli di dosso il peso di un contratto con una major, le cui esigenze di risultato ne frenavano la personalità.
Con la chitarra in mano e l’armonica alla bocca, non è difficile ritrovare in Todd Snider i suddetti riferimenti, forse gli manca la caratteristica voce nasale di Prine e la malinconica ironia di Goodman, ma con entrambi condivide una spontaneità quasi geniale ed una propensione al divertissement, capace di mettere a proprio agio e coinvolgere il pubblico più difficile.
Pur avendo quello che io considero un difetto per un CD live, cioè di essere inciso in varie località, in questo caso nell’arco di 18 mesi di tour, Near Truths And Hotel Rooms mantiene inalterata l’atmosfera di complicità che Snider crea sempre e comunque, di conseguenza, non si ha la percezione di differenze ambientali, che una produzione attenta sembra aver cercato di nascondere, a favore di una uniformità virtuale ma, nel risultato, perfettamente riuscita.
Near Truths And Hotel Rooms, unico live, è il sesto album di Todd Snider in 10 anni di attività; una discografia sparagnina ma di grande qualità, che non ha mai vissuto cedimenti ed, anzi, arriva dopo un New Connection, del 2002, di grande spessore, a conferma delle doti di straordinario songwriter che un pubblico fedele gli ha riconosciuto, tributandogli un culto consolidato negli anni.
Performer teatrale e, comunque, da piccolo locale, Snider è proprio il tipo che piace agli americani, chiacchierone, incline alla battuta anche politica, che lo potrebbe avvicinare ad un altro grande showman, quel Loudon Wainwraight III che purtroppo, negli ultimi anni, ha diradato la sua presenza sul mercato discografico.
23 sono le tracce, tra parlato e cantato, che compongono la scaletta del CD, mai noioso anzi, spesso grintoso, con Snider a mostrare un’anima rock impensabile, magnificamente espressa in Easy Money, un pezzo che, con dietro una band, potrebbe diventare trascinante, non per niente si chiude con la ripresa del riff di It’s Only Rock And Roll, But I Like It, ovvero, quando la classe non è acqua.
Evidentemente queste gag, più o meno casuali, gli piacciono, tanto che decide di aprire il concerto intonando qualche nota della famosissima That’s Amore, gigioneggiando con il pubblico per poi partire con una bella versione di Tension, voce, armonica e feeling senza bisogno di riscaldamento.
Segue D.B. Cooper , uno dei suoi cavalli di battaglia, storia vera raccontata con trasporto, su una melodia accattivante, diretta e senza orpelli: la passione e l’attenzione di un pubblico incantato fanno il resto.
Ma i pezzi sono tanti, sarebbe eccessivo farne lo spelling, presi un po’ da tutti i suoi albums, a volte in formato folk standard, molto spesso con uno script melodico di ampio respiro, eseguito con uno smalto ed una freschezza che non fanno assolutamente pesare la mancanza di un supporto strumentale più ricco, rischio sentitissimo dai folksingers.
I testi non sono da meno, ed il pubblico partecipa alle sue storie d’amore, di satira, sia sociale che politica, espressa sempre con molto garbo, senza veleno, solo per divertimento.
Un album maturo, che chiede solo di essere ascoltato con atten zione; ma se questo è il suo limite, perché un ascolto distratto, ‘da auto’, ne sminuirebbe le qualità, l’attenzione evidenzia invece la statura di un grande cantautore, ironico e profondo al tempo stesso, in possesso di una vena melodica semplice, ma non banale, con brani che superano tranquillamente l’esame del tempo: il più severo degli esami di maturità. Bravo Todd, a quando un tour in Italia?
Oh Boy OBR 024 (Singer Songwriter, Roots Rock, 2003)
Claudio Garbari, fonte Out Of Time n. 43, 2004
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