Tommy Jarrell

I Jarrell erano una delle numerose famiglie di origine scoto-irlandese come i Lowe, i Sutphin, i Cockerham, i Creed e gli Stewart che si stabilirono nella zona di Round Peak, North Carolina.
La musica era parte integrante della vita quotidiana nella comunità di agricoltori che viveva da quelle parti all’inizio del secolo. In assenza della tecnologia attuale, ogni agricoltore di allora aveva assoluto bisogno per sopravvivere dell’aiuto e del lavoro di amici e vicini, e questa stretta interdipendenza formava il tessuto di una collettività estremamente compatta e con forti legami interpersonali.

In questo contesto la musica aveva un ruolo importantissimo e unificante, in particolare in occasione dei ‘workings’ che erano sempre seguiti da feste da ballo. I ‘workings’ erano iniziative cooperative che avevano come scopo raccogliere fondi per la realizzazione di scuole (o altri servizi di utilità comune) oppure aiutare un agricoltore a portare a termine un lavoro altrimenti impossibile da compiere. Una settimana prima, l’agricoltore in difficoltà spargeva per le vigne la voce che stava per organizzare un ‘working’ (il cosiddetto ‘avvertimento alle mani’), e tutti quelli che potevano davano la loro adesione: poteva trattarsi di sbucciatura delle mele o sgranatura di fagioli, taglio della legna o trebbiatura del grano. Per raccogliere fondi si organizzavano invece ‘cene in scatola’, pic-nic, vendite di gelati. Per le ‘cene in scatola’, le donne cucinavano pollo fritto e torte; le scatole che li contenevano venivano messe all’asta e il miglior offerente si aggiudicava la cena e la possibilità di mangiarla insieme alla donna che l’aveva cucinata.

In genere erano fidanzati e corteggiatori a contendersi le scatole e, a volte, arrivavano ad offrire fino a cinque dollari, che allora, per una cena, erano una bella sommetta. Dopo il ‘working’ le coppie entravano in casa, spostavano tutti i mobili e ballavano.
All’inizio le danze più popolari della zona erano i ‘cotillions’, soppiantati in seguito dai popolari ‘Virginia Reels’, facili da chiamare ed estensibili anche fino un’ora e mezza ciascuno. I ‘workings’ non erano le uniche occasioni per fare musica e ballare. Alcuni padroni di casa, famosi per la loro ospitalità, come Banner Barker e Wiley Cockerham, accoglievano la gente per ballare anche durante la settimana. Le feste di Natale, poi, duravano due settimane durante le quali le coppie si spostavano di casa in casa e le danze iniziavano nel pomeriggio e continuavano fino all’alba (Breakin’ Up Christmas) con solo una breve interruzione per la cena.

Questo genere di feste danzanti durò soltanto fino all’inizio degli anni ’20. Infatti tra il 1916 e il 1918 fecero la loro comparsa le automobili, che permettevano agli operai delle fabbriche cittadine di venire ai balli e portarci le loro ragazze. Quando c’era del whiskey a portata di mano, scoppiavano inevitabilmente le risse, e tenere feste in casa diventò sempre più difficile. Divennero allora popolari le sale da ballo , e più tardi, con l’avvento della radio, tutti i violinisti cominciarono ad imitare Arthur Smith. Il relativo isolamento della comunità di Round Peak era ormai solo un ricordo.

Il primo ad ispirare lo stile di Tommy Jarrell fu suo padre Ben, violinista nel gruppo dei Da Costa Woltz’s Southern Broadcasters che incise alcuni brani negli anni ’20. Il giovane Tommy osservava avidamente il padre mentre suonava; un’ottima capacità imitativa gli permise di imparare lo stile di ‘cullare l’arco’ (‘rocking the bow’) che usò poi per tutta la vita insieme a quello fortemente ritmico da lui chiamato ‘tendere la corda’ (‘catching up the slack’) in cui l’arco viene tirato bruscamente indietro al termine di ogni terzina. Tommy diceva sempre che la musica deve fluire nel modo più continuo e regolare possibile come una grande ruota che gira e gira. Usava soprattutto due accordature: Mi-La-Mi-La, per i pezzi in La, e Mi-La-Re-La, per i pezzi in Re e riteneva che la prima rendesse al meglio il suono del violino.

Il suo stile fu molto influenzato anche dallo zio Charlie Jarrell. Uno dei pezzi preferiti di Charlie era Greasy String (‘corda unta’), in particolare la strofa che dice: “il merlo fischia e l’uccello canta, pesta più forte se la corda è unta”. Secondo Tommy, questo significa che bisogna cercare di calcare di più l’arco quando la resina si consuma e le corde diventano scivolose.
Sembra che Charlie fosse un tipo un po’ rozzo. Da uno dei suoi frequenti raid alcoolici in una contea vicina riportò la ballata John Henry, che divenne un brano molto popolare a Round Peak. Fred Cockerham, una zia del quale sposò Charlie, ricorda bene quell’episodio: “E’ stato almeno 55 anni fa. (Charlie) era andato a fare il ‘rye’ ad Allegheny County e si era comprato un violino. Era tornato a casa ubriaco duro. Nella parte alta del pezzo andava su con una arcata lunghissima e, arrivato alla fine dell’archetto, lo scuoteva tutto”.

Tommy ricorda bene la sua adolescenza a Round Peak: “Le paghe erano basse. Non si guadagnava niente lavorando, si riusciva solo a sopravvivere e a comperare qualcosa da mettersi addosso. Niente di eccezionale, ma si tirava avanti. Le paghe cominciarono ad essere decenti durante la prima guerra mondiale, fino a 5 dollari al giorno per 10 ore di lavoro. Prima si prendeva a stento un dollaro. Mio padre andò nell’Oregon a distillare whiskey e venne beccato. Stette via tre anni, di cui uno e mezzo in prigione. Con il whiskey guadagnava, ma venne beccato due o tre volte. Quando se ne andò avevo 17 anni e con mio fratello Fred lavoravo in segheria per 11 dollari al giorno, mentre l’altro fratello si occupava del raccolto con il nonno. Dopo una estate in segheria mi stancai, mi procurai delle vecchie vasche da bagno, le attaccai insieme e cominciai a distillare anch’io. Il nonno mi insegnò a verificare la gradazione del whiskey: se colpendo il recipiente tre volte la schiuma che c’è sopra cade, vuoi dire che non raggiunge i 100 gradi”.

Ancora oggi il ‘moonshine’ viene distillato sulle colline sotto coperture di foglie per eludere la sorveglianza degli elicotteri. Allora, negli anni ’20, l’unico modo per scoprire un distillatore clandestino era la soffiata da parte di qualche moralista molto religioso o semplicemente ipocrita.
La vita sulle montagne era molto dura. Nel brano Sally Ann, Tommy canta: “Chi in questo stramaledetto paese mi tira le pietre?”. Le lapidazioni (‘rockings’) erano infatti molto popolari nella zona: gruppi di giovani si nascondevano ai lati della strada e tiravano sassi a chiunque passasse. Un altro modo sicuro di beccarsi una sassata era corteggiare una ragazza che aveva altri pretendenti. Fred Cockerham una notte sparò alla mucca del suo vicino credendo che fosse un gruppo di ragazzi in agguato sotto un lenzuolo.

Tommy Jarrell fece il ‘moonshine’ in montagna fino a quando si sposò e si stabili definitivamente a Mount Airy. Oltre a sua moglie Nina e al cugino Fred Cockerham, una delle persone più importanti nella vita di Tommy fu il banjoista Charlie Lowe, che per primo perfezionò lo stile ‘clawhammer’ portandolo ad un nuovo livello di complessità e precisione. Era contemporaneo di Ben Jarrell, e Tommy suonava con lui dall’età di 14 anni per le danze di innumerevoli ‘workings’.

Charlie Lowe era anche noto per l’insegnamento e l’incoraggiamento che offriva ai giovani musicisti. Da ragazzo Ernest East si faceva due miglia a piedi quasi tutti i giorni per andarlo a trovare e Fred Cockerham, che modificò il suo stile ‘framming’ per suonare esattamente come lui, camminava anche di più.
Tommy Jarrell suonò con Charlie Lowe fino alla morte di quest’ultimo nel 1964. Le uniche testimonianze di questo sodalizio sono state registrate dal figlio di Tommy e pubblicate dalla County nel terzo album di ‘clawhammer banjo’ (County 757) e rivelano un livello straordinario di comunicazione e perfezione. La vita di Tommy cambiò molto dopo la perdita di Charlie e della moglie Nina, ma con Fred Cockerham una nuova intesa musicale di grande impatto venne ricreata.

Alla fine degli anni ’70 la casa di Tommy Jarrell, ormai settantenne, era colma di giovani musicisti, provenienti da ogni parte degli Stati Uniti, ai quali lui dedicava pazientemente il suo tempo suonando un brano dopo l’altro, correggendoli, incoraggiandoli e cucinando per loro fagioli e patate arrosto.
Diceva sempre che avrebbe voluto essere ricco per comprare un albergo dove alloggiare tutti i suoi ospiti e offrire loro un trattamento migliore. In realtà, era ricchissimo, non di soldi ma di amici conquistati attraverso gli anni dal suo spirito generoso.
Tommy morì nel gennaio del 1985, rimpianto da tutti noi che gli volevamo bene.
(adattamento e traduzione di Isabella Pinucci).

Discografia consigliata:
-County 748, Come & Go With Me (1974)
-County 756, Sail Away Ladies (1976)
-Mountain 310, Joke On The Puppy (1976)
-County 778, Pickin’ On Tommy’s Porch (1984)

con Fred Cockerham e Oscar Jenkins:
County 713, Down To The Cider Mill (1968)
-County 723, Back Home In The Blue Ridge (1970)
-County 741, Stay All Night (1973)

con vari musicisti:
-Heritage X, Music From Round Peak (1976)
-Heritage XXIV, Music Of North Carolina (1978)
-Heritage 054, Brandywine ’83 (1983)

(Articolo apparso sulla rivista Sing Out. Revisionato ed aggiornato dall’autore per Hi, Folks! nel settembre 1985. Ristampato con il permesso dell’editore)

Pierangelo Valenti, fonte Hi, Folks! n. 17, 1986

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