Winters Brothers Band - Southern Rockers cover album

I non più giovanissimi di voi potrebbero anche ricordarsi di un oramai polveroso (non il mio, perbacco) vinile datato 1976, che recava il logo della Winters Brothers Band ed aveva l’omonimo titolo. Da allora sono passati qualcosa come ventiquattro anni, ma loro sono ancora in azione e che grinta! I fratelli Donnie (chitarra solista, slide, ritmica e voce corista) e Dennis (voce solista e chitarra) – detto ‘Dino’ – sono ancora sulla breccia a suonare del sano southern-rock, sulla falsariga della Marshall Tucker Band, della Charlie Daniels Band od addirittura della Allman Brothers Band. L’iniziale Country Boy Rock & Roll potrebbe benissimo essere tratta dal vinile di cui sopra e non sfigurerebbe nel repertorio di alcuna delle blasonate bands che ho appena citato.
Tasty si avvale delle armonie vocali delle tre esponenti femminili della nuova generazione della famiglia Winters: Casey, Cody e Carly. Completano la formazione David ‘Spig’ Davis alle tastiere ed una rocciosa sezione ritmica nelle persone di Ron ‘Rad’ Dunn al basso e Fred Satterfield alla batteria.

Angel (Hold Me) ha un’apertura molto delicata e si sviluppa lungo sentieri abbastanza anomali per il drive del southern-rock.
Molto più tipica Ain’t Gonna Let It, anche se bisogna riconoscere che, in questo caso, la performance vocale di Tennis non è all’altezza della situazione.
Full Moon Rider parte con un’ intro di chitarra che si rifà in qualche modo alla tecnica inconfondibile di Dickey Betts (Allman Brothers Band) che aveva reso popolari gemme quali Ramblin’ Man e Jessica.
Irresistibile Charm è ancora puro southern-rock, Family Curse non si allontana di un millimetro dalla pista tracciata dai brani precedenti e What Kind Of Lover chiude degnamente un ideale trittico di esempi di rock sudista.

Sang Her Love Songs ci ricorda immediatamente le sonorità care alla Marshall Tucker Band più tipica, con la chitarra che rincorre il fantasma di Toy Caldwell: è uno dei brani migliori della raccolta, è incisa dal vivo, si avvale di impasti vocali di un certo peso specifico, ma manca di personalità, in quanto è smaccatamente copiata dallo stile del gruppo di cui sopra, tanto da poter essere tratta da uno qualsiasi dei loro album del periodo Capricorn, sicuramente il migliore.
Misty Mountain Morning risale ad un concerto del 27 Novembre 1999, tenutosi a Nashville, TN, e compare con un paio di altri estratti dalla stessa fonte: Smokey Mountain Log Cabin Jones e I Can’t Help It. Un altro bell’esempio di foga sudista, anche se la durata ridotta, inferiore ai tre minuti, penalizza necessariamente il risultato finale.

Meglio la seguente Smokey Mountain…, bluesata nello script, ed ancor di più la conclusiva I Can’t Help It, forte dei suoi oltre otto minuti. Introdotta dalle note dell’inno nazionale americano, che si fondono subito con quelle di Dixie, inno degli stati confederati del Sud, reca le firme congiunte dei due fratelli, che mettono a punto un altro bell’esempio di southern-rock, molto classico, forse troppo ‘ad hoc’, ma di sicura presa sul pubblico presente. Non siamo in presenza di dinosauri anacronistici, il suono del rock sudista ha ancora molti estimatori e non solo nella parte meridionale degli States.

SouthStar 2000 (Country Rock, Southern Rock, 2000)

Dino Della Casa, fonte Country Store n. 68, 2003

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