Yank Rachell - Blues Mandolin Man cover album

La Blind Pig Record, distribuita dalla Flying Fish, lancia sul mercato questo Blues Mandolin Man dedicato a ‘Yank’ James Rachell, indubbiamente uno dei mandolinisti acustici più interessanti dell’intero panorama Country Blues.
La cosa che immediatamente sorprende fin dal primo ascolto è però il nuovo contesto in cui si muove Rachell: non più armonica e chitarra ad accompagnarlo in un frizzante clima rurale come ai tempi dei Tennessee Jug Busters, bensì una band elettrica con tutti i crismi della sacralità urbana. Rachell è accompagnato, come da cliché, da una sezione ritmica fatta da chitarra, basso e batteria e il suo mandolino solo a tratti prende il sopravvento nella sonorità complessiva, generalmente dominata dal bravo chitarrista Peter Roller. Ma quando il vecchio Yank ci si mette, soprattutto se accompagnato dall’armonica amplificata di Peter Ruth, ritorna a galla il vecchio smalto e non ci si pente certo dell’acquisto del disco.

A ben ascoltarlo questo Blues Mandolin Man è quasi un omaggio alle vecchie fondamentali influenze: si trovano infatti echi di Sonny Boy Williamson l° in Moonshine Whiskey, di Sleepy John Estes in My Baby’s Gone e del primo vero maestro di Yank, Willie Newberg, in Dreamy Eyed Woman.
Ma almeno in due pezzi Rachell ci appare anche nella dimensione che preferiamo, quella acustica, in cui si esprime al meglio: in She Changed The Lock l’armonica, che costantemente l’accompagna, porta alla memoria lo storico sodalizio con Mammie Nixon e lo stesso discorso vale per Cigarette Blues anche se in questo pezzo appaiono più marcati i canonici stilemi sincopati del blues.
Il resto è sicuramente buona musica in cui Blues Mandolin Man fa da comprimario più per carisma che per reale merito.
Si ha in compenso l’opportunità di sentirlo cantare con una voce splendidamente impostata e molto adatta al clima urbano. Nella già citata My Baby’s Gone raggiunge il massimo dal punto di vista vocale, ma ahimè, del mandolino scompaiono addirittura le tracce.
Quello di aver conciliato con difficoltà i due migliori aspetti del grande musicista è probabilmente il limite maggiore di questo lavoro.

Blind Pig BP 1986 (Country Blues, 1986)

Roberto Caselli, fonte Hi, Folks! n. 20, 1986

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