Un tuffo nel bluegrass tradizionale, che più tradizionale non si può. Un tuffo ristoratore (dopo molte cose a volte dubbie e contaminate) nella pulizia e nella semplicità del bluegrass autentico, ruspante, senza orpelli e virtuosismi, un po’ rozzo ma gustoso, fatto con passione ed amore. Ecco, il disco dei Big Country Bluegrass è tutto questo.
Provengono dalla Virginia, e più precisamente dai confini con il North Carolina, nelle Blue Ridge Mountain e sono una delle tante band ‘regionali’ che prolificano nel sud-est degli Stati Uniti. Fondati alla fine degli anni ‘80 da Tommy e Teresa Sells (marito e moglie, mandolino e chitarra/voce), dopo svariati cambiamenti di organico approdano al loro quinto disco per l’etichetta Hay Holler.
Tra gli altri elementi del gruppo occorre citare Tom Brantley al fiddle (da ascoltare nella ruvida Lee Highway Blues o nella sognante On My Mind), mentre si fa notare il nuovo chitarrista e cantante Jimmy Trivette, che si accaparra la quasi totalità dei lead.
Nella scaletta troviamo una manciata di pezzi strasentiti (Footprints In The Snow, ecc), altri sentiti un po’ più di rado ed alcuni originali, tra cui merita segnalare il pezzo di apertura Carolina Moonshiner e Unmerited Grace, quest’ultimo comunque abbastanza scontato.
In conclusione: le voci non sono portentose ma vengono dal cuore, la sezione strumentale è pulita e solida quanto basta ed il loro bluegrass è fatto come dovrebbe, anche se un po’ ripetitivo nella forma e negli arrangiamenti. Purtroppo manca il pathos che ancora oggi contraddistingue i grandi padri degli anni d’oro, sempre difficile se non quasi impossibile da ricreare.
Un disco onesto, e quel che più conta, un momento di ristoro per le orecchie e per il cuore.
Hay Holler 1361 (Bluegrass Tradizionale, 2001)
Claudio Pella, fonte Country Store n. 63, 2002