Capita a volte di trovare una gemma nascosta, un disco mescolato in mezzo a molti altri che fa scoprire musicisti sconosciuti che balzano improvvisamente e prepotentemente ad impossessarsi di un pezzettino del nostro cuore. È questo il caso di Once Upon A Road dei Nothin’ Fancy, un disco veramente superbo che da giorni non riesco più a togliere dal lettore.
Bluegrass contemporaneo, moderno e tradizionale allo stesso tempo, con un suono ricco, pieno e caldo che ricorda a volte le atmosfere migliori di Rice, Rice, Hillman & Pedersen. Tutte canzoni dal tono sostenuto e di ampio respiro, anche se forse troppo simili tra loro, cominciando dall’incedere maestoso dell’iniziale I’m Running Away fino a Sign Of The Times, con la melodia magistralmente sottolineata dal greve suono del violoncello, entrambe scritte dal mandolinista Mike Andes.
Anche quasi tutti gli altri pezzi sono opera sua, tranne un paio di tradizionali (tra cui la possente Do Not Pass Me By cantata a cappella a quattro voci, da ascoltare ad occhi chiusi: tre minuti di puro godimento), la ritmata I Wonder Where You Are Tonight ed infine Once Upon A Road di Tom T. e Dixie Hall cui è lasciato l’onore di dare il titolo al disco.
Ma Mike Andes non ha solamente la mano magica nel comporre, possiede altrimenti una stupenda voce solista che guida il baritono ed il tenore del chitarrista Gary Farris e del bassista Tony Shorter. Gli altri due musicisti della band sono Mitchell Davis al banjo e Chris Sexton al fiddle. Tranne quest’ultimo da poco arrivato, gli altri sono insieme dal 1994, e sono tutti originari dalla Virginia.
Oltretutto questo è il loro debutto discografico, nel quale sono aiutati dall’esperienza di Don Rigsby come produttore, e sono pronti ad una carriera di sicuro successo.
Un disco abilmente suonato e cantato, ben calibrato, senza cedimenti, veramente un bel disco.
Pinecastle 1120 (Bluegrass Moderno, Bluegrass Tradizionale, 2002)
Claudio Pella, fonte Country Store n. 71, 2004