Gli affezionati lettori di Country Store ricorderanno sicuramente – pia illusione – la monografia dedicata ad Andy Wilkinson, apparsa sul n. 30 del 1995 della nostra rivista. A distanza dei soliti due anni dall’ultima prova discografica, quello strepitoso concept-album dedicato alla mitica figura di Charles Goodnight (pro-prozio del nostro) intitolato Charlie Goodnight, ecco tornare Andy sul nostro CD player con un progetto live, il primo della sua carriera, intitolato The Road Is Still The Road. Il disco vede la luce grazie all’etichetta Grey Horse Press, di proprietà dello stesso Andy Wilkinson e racchiude nei suoi abbondanti sessanta minuti, un cospicuo spezzato di quella che è una performance live di questo grande texano.
L’album è stato registrato nel corso di un tour che ha toccato Texas, New Mexico e Colorado, a cavallo fra il 1995 ed il 1996, durante il quale Andy si è esibito con il solo accompagnamento della sua chitarra acustica. Solo nel corso dell’ultimo concerto, sul palco sono saliti Lloyd Maines al dobro, affiancati da Kenny e LaTronda Maines e Jane Begley alle harmony vocals.
” …Non ci sono sovraincisioni. Devo comunque assumermi la responsabilità di tutti gli errori. Le registrazioni dal vivo non offrono alibi…” ammette candidamente Andy nelle note introduttive al corposo booklet che accompagna il CD e che contiene anche tutti i testi dei brani eseguiti.
Non traggano in inganno i 23 (sì, ventitré) titoli che appaiono sul retro del CD: ogni song è intervallata da un breve parlato che risulta comunque fondamentale per comprendere al meglio il significato del brano che segue. Le danze (si fa per dire) si aprono con il title-track The Road Is Still The Road, una fresca interpretazione in chiave folk dedicata al significato di una vita vissuta ‘on the road’ e che si avvale dell’apporto degli ospiti suddetti.
The River That Never Runs Dry è dedicata con reverente rispetto al fiume sulle sponde del quale vive Andy Wilkinson in Texas: El Rio De Los Brazos De Dio, (Il Fiume Delle Braccia Di Dio), più conosciuto come Brazos River.
Un doveroso omaggio all’animale che meglio degli altri rappresenta lo spirito del vecchio West si concretizza nel brano The Prairie Without Buffalo che si impreziosisce di un felice parallelo: “…the prairie without buffalo is the ocean without waves…”.
Rayado narra la storia di una spasmodica corsa di un ranchero del New Mexico in groppa al suo stallone di nome Rayado, alla disperata ricerca di aiuto per salvare la propria hacienda attaccata dagli Apaches.
When You Cry trae origine da un proverbio particolarmente caro a Andy, che recita: “Un giorno saremo così uniti che quando uno dei due piangerà, l’altro sentirà il sapore delle lacrime”, trasposizione toccante del sentimento più ricercato e più prezioso.
All For The Money, fra i brani migliori della raccolta, tratta l’argomento di quanto un cantautore che propone brani propri possa trovarsi nella curiosa condizione di paragonarsi ad una spogliarellista, che si mostra senza veli (proprio come l’artista mette a nudo i propri sentimenti nei suoi brani) e che talvolta non suscita neppure l’interesse di coloro che – si presume, almeno – sono venuti proprio per vedere lo spettacolo.
Tanto si potrebbe scrivere per ciascuno dei brani compresi in questo CD, ma lo spazio è sempre tiranno. Una menzione particolare vogliamo comunque riservarla per l’unico brano che già conoscevamo (anche se nella versione del grandissimo Don Edwards tratta dal suo eccellente West Of Yesterday del 1996, su Warner Western Records): The Freedom Song, una sorta di inno patriottico con più di una punta di amarezza nei confronti delle minoranze etniche presenti in USA. Dice lo stesso Andy Wilkinson: “La strada è sempre la strada, ma nessuno di noi la percorre da solo. Amo la strada quando la percorro per viaggiare, ma la preferisco quando mi riporta verso casa. Thomas Wolfe aveva torto: noi torniamo sempre a casa”. Speriamo di trovarci ancora qualcuno disposto ad aspettarci, aggiungo io.
Discografia di Andy Wilkinson:
–Texas When Texas Was Free – Adobe 1001, CD, 1990
–Deep In The Heart – Adobe 1008, CD, 1992
–Charlie Goodnight – Grey Morse Press, CD, 1994
–The Road Is Still The Road – Grey Horse Press, CD, 1996
Trudy Fair ha già fatto la sua apparizione sulle nostre pagine in occasione della sua cassetta di esordio, I’ve Just Got To Be A Cowboy, datata 1992. A quattro anni di distanza esce il secondo capitolo della sua limitatissima produzione: On The Texas Side (Cowbaby Productions). Già il titolo la dice lunga circa il contenuto di questa scatoletta di plastica giunta sui nostri tavoli redazionali grazie al Dr. Guy Logsdon di Tulsa, OK. Ci troviamo di fronte ad un sincero prodotto del Lone Star State, eseguito con orgoglio prettamente texano ed un’occhiata ai titoli della raccolta è sufficiente a confermarci questa impressione: San Angelo, Texas, I Reckon I’m A Texan ‘Till I Die ed il title-track On The Texas Side. Il title-track è autobiografico, ma il resto dei brani è il risultato di un’attenta e competente ricerca effettuata dalla stessa Trudy Fair fra il meglio del repertorio western. Alcuni esempi: Skyball Paint (misteriosamente ribattezzata The Devil’s Great Grandson) dal repertorio dei mitici Sons Of The Pioneers, Moon Over Montana, resa celebre da Jimmy Wakely, mentre Cowboy Night Herd Song ci ricorda the King of the Cowboys, il grandissimo Roy Rogers.
E cosa dire poi di Along The Navajo Trail… Le pimpanti atmosfere western-swing si stemperano in sonorità languide tinte di blues, per lasciare magari subito spazio a spumeggianti yodel, in un turbinio di proposte strumentali che lasciano davvero il segno.
Personaggi quali Rich ‘prezzemolo’ O’Brien e Toni Morrell impreziosiscono questa realizzazione che, per l’ennesima volta, porta alla nostra mente la fatidica domanda: quante Trudy Fair ci sono in Texas e nel Sudovest in generale, che hanno registrato magari soltanto un album o due e che aspettano solo di essere scoperte – discograficamente, intendiamoci – da qualche talent scout meno miope degli altri? In USA esiste un foltissimo sottobosco di etichette indipendenti e di one-man/woman labels che garantiscono una produzione scevra da qualsiasi compromesso con la commercialità od il mercato ‘di cassetta’. Sta a noi accettare l’invito di Trudy Fair e di passare… on the Texas side.
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 40, 1997