L’estate scorsa ci siamo ripresentati ad alcuni dei festival bluegrass meno conosciuti nel nostro grande paese.
Nei 30 anni del mio coinvolgimento con il nostro amato bluegrass, sono stato un assiduo fanatico, organizzatore di concerti e festival, DJ, autore ed editore per molte riviste musicali, e ho assistito a più concerti e festival di quanto io possa ricordare. Sono stato backstage al Grand Ole Opry, con Bill Monroe, e sono stato presentato, da quel grande vecchio, a molte delle star della country music. A molti festival di interesse locale la mia famiglia ed io abbiamo venduto la rivista Pickin’ ai molti che avevano appena scoperto la musica bluegrass, e che avevano bisogno di approfondire la loro conoscenza di questo genere musicale. Sono stato presente a festival famosi e di grandi dimensioni come Bean Blossom, Winfield, Gettysburg, Indian Springs, e Kissmee, dove la partecipazione del pubblico arrivava alle decine di migliaia, ed i talenti sul palco erano autentiche superstar del bluegrass.Il semplice fatto di andare a Bean Blossom vuol davvero dire che prendi la musica molto sul serio.
La maggior parte delle volte la qualità di un festival la si può giudicare non tanto dagli esecutori sul palco, ma dal numero dei ‘pickers’ impegnati in jam session sui prati, nel parcheggio delle auto, o vicino al loro camper. Gli organizzatori dei festival si scannerebbero per avere i musicisti più famosi, i più virtuosi, per attirare più pubblico al proprio cancello. Ma, con loro grande sorpresa, anche se la gente ha piazzato centinaia di sedie pieghevoli davanti al palco, ci sono magari meno persone sedute su quelle sedie ad ascoltare i musicisti di quelle indietro, sul prato, a suonare e ad insegnarsi a vicenda qualche nuovo lick che hanno imparato durante l’inverno.
Sembra quasi che si possa a volte stabilire una relazione matematica inversa tra il numero di star sul palco e di picker sul prato. Non è mai sembrato molto sensato per l’organizzatore spendere così tanto per le attrazioni quando la magia del festival si verifica sul prato, ma per anni ha funzionato così. Per cui dopo un po’ abbiamo smesso di andare ai mega festival, ed abbiamo iniziato a frequentarne di più piccoli, meno importanti.
Questa estate ne abbiamo visitati circa sei o sette (uno grande, cioè Escoheag a Rhode Island, e diversi piccoli a cui non eravamo mai stati), e ci piacerebbe raccontarvi cosa abbiamo visto e sentito. Questi festival offrono molta musica sul prato, così come famose star del bluegrass. Per cui la prossima volta che organizzate una vacanza bluegrass in giro per gli States, vi incoraggiamo a visitarne alcuni.
The 1997 Wind-Gap Bluegrass Festival
Da circa quindici anni in Pennsylvania, il secondo weekend di giugno, Harry Grant organizza il Wind Gap Bluegrass Festival, nel Mountain View Park, Wind Gap, PA. C’erano semplicemente troppi gruppi per parlarvi di tutti, per cui vi parlerò degli elementi che hanno fatto fermare questo vecchietto a prendere nota.
C’era la Lewis Family con Little Roy (ancora il gruppo bluegrass gospel preminente, per quanto io ricordi); Jim & Jesse con Raymond McLain al banjo e Mike Stevens, lo straordinario armonicista canadese; Rhonda Vincent (la cui voce è una sfida per chiunque creda che abbia già ascoltato grandi vocalist femminili) e la sua band The Rage (con Ernie Sykes al basso); Eddie Adcock (che ora suona più la chitarra che il banjo) con la moglie Martha; Bob Paisley & Southern Grass (con Richard Underwood, ex Johnson Mtn. Boys al banjo); Louie Setzer (che può cantare Jimmy Martin meglio di Jimmy); J.D. Crowe, che ancora guarda l’orologio a metà del suo set; Fox Hill, una band locale del New Jersey; Smokey Greene, come solista, e molti musicisti adolescenti che si erano appena incontrati dopo aver suonato sul prato e che suonavano sul palco, giusto per farsi vedere.
Questi ragazzi sono davvero bravi, e ci garantiscono che la musica bluegrass vivrà per almeno un’altra generazione. Il venerdì è messo a disposizione un passaggio gratuito in autobus fino alla vicina fabbrica di chitarre Martin, ed anche il campeggio è gratis. Dal palco arrivano più di quaranta ore di musica per i quattro giorni del festival, e musica e jamming senza limiti per tutta l’area e per tutta la notte, ogni notte.
The 5th Annual Jerseytown Bluegrass Festival (July 3-4-5-6, 1997)
Su un alto spiazzo nel mezzo di un campo di grano ondeggiante, circa tre ore ad ovest di New York City, nella terra Amish della Pennsylvania, si è tenuto il quinto Jerseytown Bluegrass Festival, annuale, organizzato da Walter Laubach.
Questo festival di quattro giorni è iniziato il giovedì, con una porchetta gratis!. Un forte vento su un campo falciato di fresco vicino al campeggio mi ha consentito di alzare in volo il mio aquilone acrobatico da otto piedi (circa 3 metri e mezzo, NDT [!]) e il vicino mercato dei contadini Amish, aperto il venerdì, ci ha permesso di comprare la miglior frutta e verdura fresca, carne, formaggio e pane per i nostri pasti.
Di nuovo, ho visto appena gli aspetti più appariscenti di chi suonava sul palco, ma il punto chiave di questo festival è il numero di musicisti disordinatamente sparpagliati a suonare lontano dalla zona del palco.
I Reno Brothers (con il nostro vecchio amico Robin Smith al basso) hanno presentato un eccellente spettacolo e, chiudendo gli occhi, si sarebbero potuti udire alcuni dei migliori ‘Reno Roll’ venire dalla dita di Don Wayne Reno.
Ralph Stanley & The Clinch Mtn. Boys, con il figlio Ralph II, hanno presentato un secondo fantastico show. Tutti i vecchi pezzi preferiti da Ralph e Carter, e diversi dal suo famoso album Old And New, eseguiti su richiesta del pubblico, come: The Fields Have Turned Brown, Rank Stranger, Brand New Tenneessee Waltz, Katy Daily, e molti altri accolti da poderosi applausi.
Dopo di che, Ralph ed io ci siamo messi a parlare dei vecchi tempi trascorsi insieme nelle nostre case con Ricky Skaggs e Keith Whitley e Curly Ray Cline.
Le buone e cattive notizie erano: che Ralph avrebbe presto registrato con il notevole Garth Brooks il suo vecchio cavallo di battaglia The Fields Have Turned Brown. La vendita di quello sarebbe stata un bell’affare, e avrebbe certo contribuito un bel po’ a finanziare la pensione di Ralph, quando mai voglia andarci. Le cattive notizie erano che, sfortunatamente, Curly Ray non stava molto bene, ed era ricoverato in clinica dopo un serio attacco (infatti, Curly Ray Cline, il fìddler della band, è poi scomparso il 19 agosto 1997, all’età di 74 anni, Ndt).
Un gruppo di cui non avevo mai sentito parlare, The Clark Family Experience, era affascinante. Venivano da una lontana tradizione gospel, e sono arrivati su due delle più grandi corriere che si siano mai viste. Fred Clark ha undici figli, e ne abbiamo visti circa sette esibirsi sul palco. I nomi di tutti questi bambini iniziano con la lettera A, per cui chiunque era in seria difficoltà nel distinguerli l’uno dall’altro, ma guardarli ed ascoltarli suonare meritava assolutamente. Tre o quattro dei radazzi li abbiamo poi trovati a suonare più tardi nei prati quella sera.
Sentendo quel dobroista di tredici anni mi è venuto da pensare che Flux Douglas avrà presto qualcuno di cui stare attento. Il bassista suona il suo strumento in un modo insolitamente vivace, e, per qualche misterioso motivo, con i guanti su entrambe le mani. Il violinista, di sedici anni, assomiglia a Mark O’Connor, ed il mandolinista suona dei lick molto progressivi. Questa banda è assolutamente una garanzia.
Ma il meglio di questo festival è stato il jamming ed il suonare per tutta la notte. Noi siamo stati fortunati ritrovandoci a campeggiare nel bel mezzo di questo raduno di musicisti.
David Hampton e’ uno straordinario chitarrista. Suo padre, Lloyd Hampton, è un vecchio ed affidabile commerciante di strumenti, un buon cantante lead, e conosce quasi tutti nel mondo bluegrass a partire dai primi anni cinquanta.
Scott Eager (mandolinista e banjoista, l’ho scoperto anni fa, quando suonava con i Spirit Of Bluegrass) e Dave Hampton formano una bellissima squadra. Scott ha recentemente inciso con un canadese del Manitoba, che si chiama Andrew Roblin, e quel CD è stato descritto come ‘Hip Bluegrass’.
La notte di venerdì David e Scott e parecchi altri ragazzi e ragazze trovatisi per caso hanno suonato fino a quasi le cinque del mattino. Dopo, hanno guidato fino ad un altro concerto circa cinquanta miglia più in là. Sono ritornati presto la sera del sabato, mangiato un boccone in fretta, e suonato di nuovo tutta la notte. Un mucchio di musicisti sono andati dentro e fuori la loro jam session quella notte, ed era una cosa assolutamente deliziosa, nella notte stellata, sentire tutte le cose che hanno fatto.
Un coppia dal New Jersey, Linda King (mandolino) & Bob Day (che continuava a farsi da solo le sue sigarette mentre suonava la sua vecchia chitarra) hanno eseguito del bellissimo materiale alla Kitty Wells, insieme ad alcuni amici che amano quel tipo di musica.
Attorno ad un bellissimo fuoco caldo, Louie Setzer (il clone di Jimmy Martin che avevamo sentito a Wind Gap) ha suonato per tutta la notte con molte persone locali della Pennsylvania, compreso un veramente superbo violinista e mandolinista di nome Antony, e suo papà che suonava un violino nella media. Sì, se vi interessa la musica ‘sul campo’, il Jerseytown Festival è il posto dove dovete andare.
I FESTIVAL DEL MISSOURI
Per i trascorsi venti anni siamo andati a trovare i genitori di mia moglie nel Missouri. Hanno più di ottanta anni adesso, sono avidi bluegrass fan, e ancora si portano dietro la loro roulotte da 26 piedi a molti dei non meno di 21 festival sparsi per lo stato del Missouri, per i mesi da Giugno a Settembre.
La maggior parte, anche se non tutti, sono piccoli festival che presentano solo talenti locali che stanno crescendo. Ogni tanto capita di sentire qualche musicista o qualche nuova banda veramente buoni. La sperata possibilità di sentire qualcuno dei magnifici musicisti della prossima generazione ci incoraggia a visitare questi piccoli festival. Vi parlerò solo di alcuni di quelli che la nostra famiglia ha visitato negli anni.
Oltre alla musica, in luglio ed agosto ecco quello che ti può capitare qui in Missouri. La temperatura superava i 40 gradi. L’umidità superava il 90%. È stato così per due settimane, senza pioggia. Come diceva la vecchia storiella … “Faceva così caldo, che quando abbiamo visto un cane inseguire un gatto, entrambi camminavano “.
Abbiamo trascorso un sabato pomeriggio all’ottavo annuale Dry Valley Bluegrass Festival, dove abbiamo sentito qualche musicista di talento, come Blue Stem (dal Kansas), e dove abbiamo conversato un po’ con il leader di una band stanziata nel Texas, che si chiama Liberty Bluegrass.
Sembra che da quando i Johnson Mtn. Boys anni fa (e più di recente Doyle Lawson) hanno riscoperto come l’intera band possa riunirsi attorno ad un unico microfono e quasi ricostruire quell’antico suono bluegrass, molti altri gruppi abbiano tentato ciò. Il leader di Liberty Bluegrass mi ha detto: “Doyle ha detto di comprare questo microfono (un AT 40-33), e lo abbiamo fatto. Come ti sembra?”. Be’, mi piaceva! Ma scommetto che suona meglio in uno studio, piuttosto che su un rovente palco all’aperto.
Li ascolterò ancora, nonostante le brutte barzellette che il loro bassista, Curly, raccontava.
Salendo verso il Nord Est del Missouri, vicino al fiume Mississippi, ci sono due festival che meritano una visita. A Queen City, Missouri, The Sally Mtn. Festival (con Rhonda Vincent & The Rage), e vicino c’è’ il Kaoka Festival, che va avanti da venticinque anni, e tutti e due di solito presentano qualche buon talento locale.
Ma nella città di Conway Missouri, all’estremo opposto dello stato, Don & Bobbie Day organizzano due festival ogni anno, chiamati Starvy Creek, che sono davvero belli. The Larry Stephenson Band, Doyle Lawson, The Goins, Larry Sparks e Twice As Nice erano le punte di diamante del loro festival di luglio, e Jim & Jesse, IIIrd Tyme Out, New Coon Creek Girls sarebbero state quelle del festival di settembre. Tanto ottimo jamming anche qui.
Parlando con l’organizzatore, Don Day, abbiamo saputo che questo è il tipo di crescita fenomenale che hanno avuto: “Da sei gruppi e circa 80 visitatori il nostro primo anno, nel 1986, il nostro festival ora presenta una media di 12-14 gruppi e riceve 5000 visitatori. Per sistemare la folla, forniamo docce, sale di riposo, bancarelle, e attacchi elettrici per più di 300 veicoli”.
Penso che questo dica tutto a proposito della crescita del bluegrass nei festival del Missouri.
18th e Annual Cajun & Bluegrass Festival – A family celebration (Aug. 29, 39 & 31)
Mescolare cajun & zydeco con il bluegrass era stato un passo azzardato e rivoluzionario diciotto anni fa, ma lo hanno fatto, e dopo un inizio incerto, quest’anno hanno probabilmente toccato le 12.000 presenze durante il weekend. Si tiene in una piccola città che si chiama Escoheag, nell’estremità occidentale di Rhode Island, e a circa cinque miglia dal confine con il Connecticut. Quello che è speciale qui è che si può ballare ai ritmi cajun e zydeco, mangiare cibo esotico (molto piccante) della Lousiana sud ovest (la Cajun Country), ascoltare le superstar bluegrass di massimo livello, come The Del McCoury Band e Chesapeake.
Ronnie & Rob McCoury e Del, naturalmente, mettono insieme uno dei migliori show bluegrass che sia dato di ascoltare, e il loro modo di suonare semplicemente vi atterra. Non c’è da stupirsi che vincano ogni sorta di premio tutti gli anni. E Jimmy Gaudreau (mandolino) con Mike Aldridge (dobro) della nuova formazione Chesapeake non hanno bisogno dei miei elogi, dato che hanno fatto la storia del bluegrass a lungo come pochi altri.
L’ambientazione di questo festival è completamente diversa. Oltre al palco principale, si tengono workshop di istruzione musicale, per tutto il weekend, cui partecipano tutti i musicisti. C’è una tenda adibita a sala da ballo, dove vengono insegnate le diverse figure dei balli cajun. Hanno una tenda per i bambini, dove si intrattengono i ragazzi ed i loro genitori, con cose tipo racconti, pittura del viso, film di Disney, musica assortita fatta apposta per loro da eccellenti musicisti come John Kirk (violinista e cantante) e sua moglie Trish Miller (clog dancer e chitarrista), ed una sfilata da martedì grasso (il Mardi Gras, il Martedì Grasso, è un’antica tradizione, oltre che un’attrazione turistica, nella Lousiana francofona, e specialmente a New Orleans, N.d.T.) cui partecipano almeno un migliaio di bambini.
Ma la cosa più bella è che il sabato e la domenica sera, dopo che il palco principale ha chiuso alle dieci, gli adulti possono andare a quella che si chiama ‘Fais Do Do’, e ballano cajun fino all’una del mattino. Molti yuppies di Boston e universitari secchioni del New England si trovano in questa occasione coi zappaterra della campagna ad Escoheag.
Oltre al buon bluegrass, sentirete i più famosi nomi della musica cajun e zydeco. Come il figlio del leggendario Clifton Chenier, che è C.J. Chenier con la sua Red Hot Louisiana Band, e Steve Riley & The Mamou Playboys, e più o meno altre dieci bande.
Tra i più notevoli quest’anno ci sono stati Mark ed Anna Savoy (accordion e chitarra) e Ken Smith (fiddle) nella Savoy-Smith Band. Siamo andati a questo festival per più di dieci anni, e continua a migliorare ogni anno.
L’uomo da contattare per questo festival è Chuck Wentworth presso Cajun Music, 151 Althea St., Providence, RI 02907-2801, USA.
Dovreste davvero provarlo, e LAISSEZ LES BONS TEMPS ROULER!
The Catskill Mountain Bluegrass Festival
II sesto festival bluegrass annuale di Bernie & Marlen Carny ha cambiato nome e località, quest’anno. Ora si chiama The Catskill Bluegrass Festival, e si è tenuto dal 12 al 14 settembre presso la sede fieristica di Ulster County, in Libertyville Road a New Paltz, New York, circa un’ora a nord di New York City. Prima era noto come Lazy River Festival (per via della sua precedente localizzazione), ma ora è cambiato tutto, ed è un autentico vincente.
Questa è stata la nostra prima volta a questo festival, e siamo rimasti così impressionati che abbiamo già prenotato per l’anno prossimo.
Circa undici gruppi si sono esibiti durante il fine settimana, ma parlerò solo di quelli che mi sono piaciuti in modo particolare.
La James King Band dalla Virginia è davvero potente. Grande musica, incredibili armonie, nuove canzoni che suonano quasi come pezzi degli anni ’60 degli Stanley Brothers, e classici di Flatt e Scruggs. Le loro esecuzioni gospel a cappella erano semplicemente eccezionali, e numerosi bis venivano eseguiti con gioia. Il nuovo CD di James King, che si chiama Longview, su Rounder, è un buon esempio di come suonavano (anche se i sidemen in questa tournée erano completamente differenti).
Uno dei nostri gruppi preferiti, da molto tempo, è la band Lost And Found, anche loro dalla Virginia. Allen Mills (basso), Dempsey Young (mandolino), Barry Berrier (chitarra e voce) e Ben Green (banjo) formano la presente ottima versione di L&F. La voce di Barry, in stile country, produce un buon impatto, e lo stile unico di Dempsey al mandolino merita da solo il prezzo d’ingresso. Il nuovo banjoista Ben Green è nitido e pulito, e Allen Milss è tuttora in grado di raccontare belle storie sia sopra che sotto il palco. Alcune delle canzoni e versioni bluegrass di vecchie canzoni country che meglio ricordo sono state o scritte o cantate da Allen Mills.
Un nuovo gruppo dalla Florida centrale, che non avevo mai sentito prima, era Gilbert Hancock & Friends. Gilbert è un buon banjoista, ma lo si ricorda di più per le sue straordinarie barzellette e gli aneddoti che racconta. La sua versione del vecchio classico Oh Lord, It’s Hard To Be Humble è spassosa. È interessante notare come poche bande ricordino quanto sia importante una buona comicità per aiutare un gruppo di eccellenti musicisti a svettare in mezzo ad altre buone band.
The Gibson Brothers, con Eric e Leigh Gibson ed un super dobroista, tutti dallo stato di New York, sono stati il gruppo di riferimento per tutto il weekend, ed erano buoni.
Anche loro sono entrati nell’idea, reintrodotta da Doyle Lawson, di produrre le loro armonie molto strette intorno ad un solo microfono. Si sono comprati uno di quei microfoni AT 40-33, e stanno imparando ad usarlo. È piuttosto arduo mantenere quelle dinamiche (del tipo una musica strumentale dolce e poco rumorosa bilanciando le loro voci per poi alternare il volume con gli strumenti) su un palco all’aperto, e, come ho già detto prima, probabilmente la cosa funziona meglio in uno studio che in un festival all’aperto. Ma i Gibson Brothers meritano assolutamente di essere sentiti.
Non posso lasciare questo festival senza una parola di ringraziamento per un vecchio amico, Smokey Green, le cui esibizioni da solo possono ancora, dopo tutti questi anni, inchiodare il pubblico da maestro quale è.
E naturalmente, la Lewis Family che continua ad essere la migliore nel suo genere. Ancora non riesco a capire come, all’età di 55 anni, Little Roy trovi la sua energia e continui a migliorare su qualsiasi cosa suoni ogni volta che lo sento.
Bene, siamo alla fine, temporanea, del nostro giro incessante dei festival bluegrass, per questa estate. Ma come è stato per più di trent’anni, sono certo che questo INFINITO TOUR DEI FESTIVAL BLUEGRASS continuerà per noi anche l’estate prossima. E spero che possiate ancora viaggiare con noi.
(Traduzione di Aldo Marchioni)
Aldo Marchioni, fonte Country Store n. 42, 1998