Patty Booker - I Don't Need All That cover album

Signore e signori ecco a voi miss Patty Booker. Il nome potrà risultare sconosciuto ai più, eppure questa giovane singer/songwriter proveniente da Orange County, CA, ha sorprendentemente pubblicato uno dei più freschi e grintosi album di country music degli ultimi tempi.
Bakersfield sound doc, con tanto di shuffle, steel e soprattutto passione, che si rivela in maniera quasi palpabile dalle 10 tracce del CD, sei delle quali scritte da Patty stessa.
Prodotto da Jann Browne (la regina della scena honky tonk della California del Sud) e dal chitarrista Matt Barnes e con la partecipazione (per gentile concessione della Hightone Records) di Chris Gaffney e Rick Shea, I Don’t Need All That è il classico cult album da ascoltare e riascoltare all’infinito.
Azzeccata la scelta delle canzoni (compresa la cover di Loretta Lynn First City), stupenda la voce e soprattutto molto seducente l’interpretazione particolarmente sentita offerta dalla nostra artista che si presenta nelle note di copertina dell’album con questa frase significativa: “Somepeople went to church on Sundays. ..we went to Cal’s Corral”.
Patty possiede carattere, un enorme potenziale espressivo ed è fermamente intenzionata a conquistare il cuore dei fans sin dall’inizio, partendo con la divertente Hell Yes I Cheated, un brano dal piccante sapore honky tonk.

Ascoltando comunque con attenzione tutto il compact (distribuito dalla Ultracitybilly Records) si avverte la piacevole sensazione di trovarsi di fronte ad una artista genuina, decisa a suonare la musica che ha sempre accompagnato la sua esistenza, infischiandosene di tutto il resto, classifiche incluse.
Puro hard-core country nello stile di Heather Myles o Danni Leigh, con un suono incisivo e tagliente grazie soprattutto all’apporto di ottimi musicisti fra i quali spiccano, oltre ai già citati Gaffney, Barnes e Shea, il bassista Keith Rosier, il chitarrista Danny Ott e il drummer Larry Mitchell.
Definita dalla stampa specializzata di Los Angeles come una miscela esplosiva tra la vulnerabilità di Tammy Wynette e la determinazione di Loretta Lynn, Patty Booker si appresta a diventare, oltre ad un simbolo della country mu­sic alternativa che si rifiuta di adeguarsi alle mode di Music City, una delle nostre cantanti preferite. Welcome Patty!

Ultracitybilly (Traditional Country, 1999)

Gianluca Sitta, fonte Country Store n. 49, 1999

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