All’età di 5 anni riceve una ‘grammy nomination ‘ per un duetto con il padre, un monumento della country music e sembrava ormai che anche la seconda Bare generation fosse destinata a mietere successi sulle tavole della Grand Ole Opry.
Invece, superata la pubertà, i pruriti per il rock cominciano a scalzare le tradizioni di famiglia e, con i Bare Jr., la prima high school band, il giovane Bobby Jr. incomincia a mettere i puntini sulle i, per quanto riguarda le sue intenzioni musicali.
Un rock ruvido ed incerto, un incrocio tra Nirvana e Lynyrd Skynyrd in veste dark rock, che cerca di coniugare l’enorme mole di informazioni che in casa Bare aveva avuto modo di recepire, da Chubby Checker ai Byrds, da Bobby Darin a J.J. Cale, da Dylan ai Beatles, da Willie Nelson a Roy Orbison, da Chet Atkins ai Rolling Stones e decine di altri artisti che, prima o poi, hanno gravitato nell’orbita paterna, lasciando in casa tracce del loro passaggio, che il piccolo Bobby ha inconsapevolmente assimilato, per farne trampolino di lancio per le sue prime esperienze.
Due albums con i Bare Jr. tra il ’98, Boo Tai ed il 2000, Brainwasher, per poi travolgere i nashvilliani Lambchop e da essi far nascere gli Young Criminals’ Starvation League, che pubblicano, nel 2002, l’omonimo album d’esordio ed ora, piazzano con From The End Of Your Leash il loro secondo CD.
I Criminals non hanno una formazione stabile ed accolgono vari musicisti, a seconda delle necessità, ma il rapporto con il pianista ex Lambchop, Tony Crow, si rivela speciale per Bobby Bare Jr. certamente il perno intorno al quale ruota la sua variegata personalità.
Con lui condivide una passione distorta per la country music, che deve soltanto trasparire nelle sue composizioni per manifestare, invece, un deciso orientamento verso ogni altro genere musicale, considerata la naturalezza con cui Bobby Jr. passa dal pop al folk, dal punk viscerale al soul, dal rock al blues dimostrando, in perfetto equilibrio, un grande talento compositivo ed un’altrettanto vistosa incertezza sulla strada da prendere.
Ogni brano di questo From The End Of Your Leash è una fucina nella quale si amalgamano elementi e accostamenti diversi, così in Valentine trova posto uno script alla Morrissey con un arrangiamento quasi Stax dei fiati, in Visit Me In Music City country e sixties vanno a braccetto mentre l’andatura springsteeniana di Let’s Rock And Roll deve fare i conti con arrangiamenti psichedelici.
Un mix interessante e da scoprire progressivamente ad ogni ascolto, con sicure possibilità di vedere crescere le quotazioni di questo album e di un personaggio che, rifiutando il ruolo di figlio d’arte, ha fatto una scelta assai coraggiosa e, per questo, da sostenere ed incoraggiare.
Ma se fate caso, ciò che resta alla fine del CD sono country e blues che, come dicono i grandi vecchi, hanno in comune la capacità di fare ridere e di fare piangere e The Terribile Sunrise, malinconica gemma acustica, cantata con rauca intensità, raccoglie in sé questa particolare e grande verve, facendo intravedere per l’ultimo rampollo di casa Bare un futuro un po’ meno alternativo ed un po’ più in linea con le tradizioni di famiglia: la classe è un gene ereditario e Bobby ne ha un DNA ricco.
Munich MRCD 253 (Singer Songwriter, 2004)
Claudio Garbari, fonte Out Of Time n. 44, 2004
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