In Giappone il bluegrass è piuttosto diffuso, ci sono etichette discografiche, una rivista, diversi festival annuali, numerosi gruppi e, infine, maggiori occasioni di gustare i musicisti americani live. Tutti i grossi nomi, vecchi e nuovi, sono stati almeno una volta nella terra del Sol Levante.
E, viceversa, parecchi sono i giapponesi che si recano negli States, sia per assistere che per partecipare ai festival estivi.
Addirittura, anni fa, la Rebel Records produsse un LP di un gruppo che mi pare si facesse chiamare Bluegrass 45, o qualcosa del genere. Ho avuto poche occasioni di ascoltare bluegrass giapponese, e quelle poche non mi hanno entusiasmato. Vi assicuro di non essere prevenuto nei confronti del bluegrass non americano… a patto che venga suonato bene, cantato bene, e con una pronuncia inglese accettabile.
In questo CD insieme a ‘Kaz’ (così lo chiamano gli amici) suonano musicisti di incredibile talento, Bobby Hicks (fd), Herschel Sizemore (md), Butch Robins (bj), Keith Little (bj, gt), Don Stover (bj), Kim Gardner (db), Sammy Shelor (gt), Ronnie Simpkins (ac. bs), di fronte a tali nomi nessuno si può permettere di essere prevenuto, neppure se l’attore protagonista dell’episodio si chiama Kaz. Suona chitarra e banjo, discretamente la chitarra, in modo molliccio il 5-string. Ma questo non è affatto grave, dato che il nostro non tenta affatto di emergere (e come potrebbe, direte voi), è la voce che spesso, troppo spesso, fa arricciare il naso all’ascoltatore.
Meglio le cose vanno quando sulla sua, purtroppo solo nei cori, si appoggia il tenor di Keith Little (già nella Vern Williams Band e con Ricky Skaggs) o del redivivo Herschel Sizemore. Canzoni che necessitano di una buona modulazione vocale sono qui eseguite con triste piattezza e monotonia. Il timbro, sottile e piuttosto alto, non è sgradevole, ma mal utilizzato. Come sapete, si può imparare a cantare, mica tutti hanno la fortuna di nascere Cowan o Duffey, però il Sig. Inaba evidentemente non ha dedicato granché allo studio della voce.
Dal punto di vista strumentale, come si può immaginare, il prodotto è piacevole, ma purtroppo ciò non basta quando la voce solista trascina verso il basso il resto della banda.
Ora è lecito chiedersi quale motivo avesse l’etichetta di stampare un disco come questo. Spulciando tra le note si legge che è stato prodotto dallo stesso Inaba, e che la distribuzione in Giappone è affidata ad un ufficio di rappresentanza della Hay Holler Harvest. Quindi business, niente più. Ma se il business della Bluegrass Band, per vari motivi, potevamo accettarlo di buon grado, questo no davvero. Non credo che negli Stati Uniti, come in Europa, il prodotto possa vendere granché, a parte interessare quel cospicuo numero di collezionisti di robe strane. Però sono pronto a scommettere che in Giappone qualche migliaio di copie verrano sicuramente piazzate. La Hay Holler lo ha presentato come un disco di alto livello: vuoi vedere che non ho ancora capito un accidente di bluegrass?
Goin’ Across The Sea /Baby Blue Eyes /A Little At A Time /Roanoke /Eight More Miles To Louisville /Beautiful Pitcure /Lovesick And Sorrow /Six White Horses /I Just Got Wise /Daddy And Home /Hayfields / Lorene /When The Angels Carry Me Home /Down In Caroline
Hay Holler Harvest CD 104 (Bluegrass Tradizionale, 1993)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 21, 1993