L’ultimo album risale al ’92, It’s About Time registrato per la Oh Boy, il primo artista che ha firmato per la label di John Prine e che ha contraccambiato tale onore con un disco di inusuale valore e bellezza. Memphis ha una lunga storia ed è da sempre casa dei migliori cantanti ed interpreti. Keith Sykes si inserisce perfettamente in questa grande tradizione anche con il nuovo album, registrato ancora una volta in questa città dove risiede.
Alle origini cantautore dylaniano, Keith ha esordito 18enne nelle coffehouses di N.Y. interpretando il vasto repertorio della sua musa ispiratrice. Lo notano i dirigenti della Vanguard, siamo agli inizi degli anni ’70, ed ha modo di esordire giovanissimo.
Dopo un altro LP per questa label, Keith firmerà altri cinque albums passando, con scarsa fortuna, da RCA ad MCA, dove grazie alla protezione di Jimmi Buffett, otterrà il suo ultimo contratto con una majors.
Non ottenendo riconoscimenti come interprete, Sykes diventerà chitarrista e side-man di Buffett per un lungo periodo scrivendo canzoni per e con autori del calibro dello stesso Jimmi, Rodney Crowell, Rosanne Cash, Russell Smith, John Prine, Jerry Jeff Walker, le Judds, Patti Loveless, tanto per citare i più celebri nel nostro paese. Le biografie ufficiali non menzionano un bel disco rock autoprodotto per una piccola label di Memphis che copre un lungo vuoto dagli appuntamenti discografici durante gli anni ottanta.
Se It’s About Time ci riproponeva intatto un autore di grande spessore nella miglior tradizione americana e ci permetteva di riscoprire un interprete intelligente e sensibile, bravo nel far rendere al massimo le sue songs che sapevano tingersi di rock, di country, di folk, di folk-rock, con qualche ballads di grande impatto emotivo, il nuovo album è puro ‘Memphis-rock’. Circondato da alcuni dei più quotati esponenti della scena rock locale – Rusty McFarland, basso, Earl Randle e Greg Redding, tastiere, Greg Morrow, batteria, – Keith Sykes riesce a stupire ancora per la forza del suo songwriting in chiave rock & roll, per le straordinarie doti temperamentali, per il vigoroso e, nel contempo, elegante approccio verso pure sonorità rock venate di blues e roots-music.
Dotato di una voce molto calda, potente, personale ed espressiva, Keith si conferma chitarrista e musicista dalle molteplici qualità, bandleader (non solo nella Coral Refer Band) e rocker di prima grandezza. Aver abbandonato una dimensione più cantautorale, con un songwriting che spaziava tra i generi più diversi, non preclude a Keith Sykes le possibilità per realizzare un’opera robusta ed omogenea in chiave rock, costellata da qualche ballad dallo spessore pari alla bellezza.
Il ritmo di Memphis sembra scorrere in ogni brano e, dall’inizio alla fine, non perde un colpo: dalla pulsante e immortale title track in apertura, scritta con il bravo Danny Flower, sino a Fireplace (attenzione in chiusura, c’è un’acustica traccia fantasma), brano Claptoniano e bluesy sempre scritto con Flowers. Nel mezzo Keith e la sua Memphis band impazzano con I Know An Angel, ballad di scintillante bellezza con uno splendido Sykes alle chitarre e un bel lavoro in sottofondo dell’Hammond, Flying Low, grande guitar-rock che sembra proprio andare da Nashville al Mississippi Down To Natchez Trail in cerca del blues, brano già sentito nell’ultimo album di Jimmy Thackery in una versione meno sapida e scevra di sfumature.
Si prosegue con The Whole 9 Yards, honky-tonk rock ballad di gran presa, One World, raga-rock, e Give Me All Your Love, entrambi brani con echi ’60/70S.
Baby Please (All The Shrimp In New Orleans) è southern-blues con il co-autore Danny Flowers alla slide, mentre Hard Enough sembra uscita dalla penna del miglior J. J. Cale, la chitarra non si dimentica.
Le sorprese non sono finite: One Up One Down, rock-ballad ‘Made in Memphis’ da brivido, Those Were The Days, già sentita nell’ultimo Jerry Jeff Walker, un altro tributo al grande honky-tonk sound dei suoi eroi di un tempo, il guitar-rock di Better Than An Husband, e I Want You I Need You I Love You, dal repertorio di Elvis, unico brano non originale dell’album.
Se amate Memphis ed il suo rock, scoprite uno dei suoi ‘eroi meno cantati’: personaggi come Keith Sykes dicono poco all’ascoltatore superficiale, ma sono fonte di continue sorprese a chi è attento all’autentico pulsare del rock il cui battito, come quello del cuore, non è sempre uguale e cambia a seconda delle emozioni.
Syren SW 1964 (Singer Songwriter, 1998)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 28, 1998
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