Rex Hobart e la sua compagine dei Misery Boys eseguono della sana ed onestissima country music che potrebbe essere definita tutto meno che ‘alt-country’, nonostante la Bloodshot Records, etichetta di Chicago per la quale incidono, sia nota anche come alfiere di questo filone. Detto questo andiamo a scoprire che questo Empty House è quanto meno intrigante.
Rex Hobart canta, mentre le parti di chitarra solista (sia acustica che elettrica) sono appannaggio di J.B. Morris, attivo anche alle armonie vocali. Se il country sound di questi signori vuole essere fedele alla tradizione, ci vuole la steel guitar ed ecco che arriva il giovane Solomon Hofer, che si destreggia parimenti al dobro ed alle armonie vocali. La sezione ritmica è affidata a Blackjack Snow (basso) ed a T.C. Dobbs (batteria), con i quali si completa la line-up della band.
Come già per Forever Always Ends (tanto per prendere un titolo a caso dalla discografia di Hobart) il sound è profondamente country, con episodi quali l’iniziale The Good Ain’t Gone, la seguente Every Night I Leave You In My Mind o Don’t Make Me Break Your Heart che recano le tracce indelebili degli stilemi della country music più tradizionale. A questo punto si rende necessario porci un interrogativo: questi ragazzi stanno prendendoci in giro, con una sorta di parodia del country ‘più country’, oppure fanno sul serio? Bella domanda, alla quale mi sentirei di rispondere optando per la seconda soluzione, anche se It Won’t Be Long (And I’ll Be Hating You) non si discosta molto dai pezzi che l’hanno preceduta, semmai appare ancora più cupa e noir.
Molto più pimpante suona invece I Just Lost My Mind, fortemente in contro-tendenza rispetto al repertorio più classico della band. Sempre in tema di economia di arrangiamenti, ecco I Don’t Like That Mirror, abbastanza monocorde e non certo imprescindibile.
The Tear I Left Behind ha il sapore jazzato dello swing di ispirazione western e finalmente si assiste a qualche virtuosismo strumentale (J.B. Morris all’acustica solista).
Empty House Dawn And Twilight ci risprofonda nelle atmosfere più cupe che un pre-suicida riesca ad immaginare, ma la band che accompagna Rex Hobart non credo si chiami Misery Boys per caso.
Let’s Leave Me è la cronaca di un addio, ma neppure Heartache To Hide scoppia di ilarità, visto che è lo sfogo di una pena d’amore rivolto al compiacente barista di turno. Questo ‘festival della tristezza incurabile’ si completa con Black Iron Bridge e naturalmente il ponte non poteva essere di altro colore.
Umorismo a parte, il CD è prettamente country, realizzato da una band attuale, pur nel rispetto della tradizione più rigorosa: un poco monocorde ed un po’ troppo noir, almeno per i miei gusti, ma da una band che si chiama ‘i ragazzi della disperazione’ non ci si può aspettare altro…
Bloodshot 114 (Alternative Country, 2005)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 73, 2004
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