B.B. King. Lucille & Friends

“Quando avevo ventiquattro anni e suonavo una sera in un bar di Twist, nell’Arkansas, due uomini cominciarono a battersi finendo per rovesciare una grossa lampada a kerosene. Le fiamme divamparono nell’edificio facendo scappare tutti in strada, ma io tornai dentro a cercare la mia chitarra da trenta dollari, poiché non avevo i soldi per rimpiazzarla. La salvai a rischio di morire ustionato mentre l’edificio crollava dietro di me uccidendo due uomini meno fortunati. Quando ho saputo che la causa del litigio era una donna di nome Lucille, decisi di chiamare così la mia chitarra e tutte quelle che l’avrebbero seguita, per ricordarmi di non fare mai più una cosa così stupida”.

Leggenda o realtà, sono ormai quarant’anni che il nome compare sulla paletta degli strumenti di B.B.King. Dopo un inizio acustico con la sua prima Stella e una Gibson con pick-up DeArmond, dalla fine degli anni quaranta, dopo aver ascoltato T Bone Walker, si innamora del suono elettrico e gli passano tra le mani diverse chitarre fra cui una delle primissime Fender, una Gretsch, una Epiphone, e poi diverse Gibson semiacustiche, quasi tutte andate distrutte nei numerosi incidenti che possono capitare ad un musicista che suona trecento serate all’anno.
Dal ’58 usa esclusivamente la Gibson ES-355 che diventa parte stessa della sua immagine: all’inizio degli anni ’80 la casa di Kalamazoo la sostituirà con il nuovo modello denominato appositamente ‘B.B. King Lucille’, sempre stereo ma fornito di attaco-corde TP-6 con tiracantini e con le ‘f’ chiuse.

Di questo strumento gli piacciono gli acuti (dice di non sentire troppo bene le frequenze basse) e l’uscita stereo; timbricamente sfrutta ambedue i pick-up in congiunzione, con qualche rapido aggiustamento del selettore a seconda del momento.
Le sue corde sono .009 con un’action molto bassa sulla tastiera e il plettro è mediamente rigido (usando quasi esclusivamente pennate verso il basso ritiene che questo lo aiuti ad ottenere il volume desiderato).
E’ abbastanza elastico per quanto riguarda gli amplificatori, ma ha alternato quasi sempre Gibson (SG o i più recenti Lab Series) e Fender (il classico Twin).
All’inizio degli anni ottanta la Gibson ha elaborato apposta per lui una chitarra ‘Lucille model’ basata sulla 355 ma con le ‘f’ chiuse (per eliminare il feedback) e un attacca-corde di tipo TP-6 con accordatura fine.
Maestro riconosciuto del vibrato naturale, B.B. ci tiene ovviamente a sottolineare che nei suoi strumenti non ha mai usato la leva: “Penso che abbiano inventato la leva del vibrato per cercare di imitare il suono che io ottenevo semplicemente con la mano sinistra, e hanno dimenticato che io non ne ho alcun bisogno (ride)!”.

Stefano Tavernese , fonte Chitarre n. 44, 1989

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