È formata da due CD che contengono 39 brani suonati da 20 gruppi e artisti italiani innamorati di vecchi e nuovi suoni d’America. Si chiama, con titolo azzeccato, Country In This Country ed è l’efficace documentazione di una passione travolgente, per musiche geograficamente e culturalmente lontanissime dalla nostra penisola, che da tempo coinvolge centinaia di musicisti nostrani.
Il merito di aver messo insieme questo esercito di entusiasti di fiddle e banjo spetta indiscutibilmente a Maurizio Faulisi che, da una decina d’anni, attraverso la Bluegrass & Country Music Association Of Italy (BCMAI) è un punto di riferimento imprescindibile per l’intero movimento. Così come lo sono alcuni gruppi e solisti benemeriti che sono in pista da oltre quattro lustri e che (da un certo punto di vista) rappresentano un pezzo di storia della musica in Italia.
Mi riferisco ai genovesi Red Wine (la miglior bluegrass band nostrana che spesso si esibisce in Europa e negli States nei più importanti festival di settore), al loro ex partner Beppe Gambetta, oggi affermatissimo flatpicker, allo ‘storico’ Mariano De Simone (che Martin Scorsese ha chiamato come consulente artistico per il suo film Gangs Of New York), al formidabile chitarrista di rock’n’roll Marco Di Maggio, ai bravissimi Redwoods, maestri del new country.
Con loro uno stuolo di altri musicisti di oscillante esperienza e abilità. Mi rendo conto che dopo un duetto come Incredible interpretato da Gambetta e Dan Crary, la trascinante Kick A Little dei Redwoods, gli assolo di Di Maggio o lo high lonesome sound della Red Wine, è dura competere. E quindi il problema di questa compilation (registrata per l’occasione a parte i pezzi di alcuni degli artisti sopracitati) è la disomogeneità tecnica e artistica. Che passa comunque in secondo piano di fronte al valore storico dell’operazione.
EthnoWorld (Bluegrass Moderno, Bluegrass Tradizionale, Old Time Music, Irish Folk, Hillbilly Boogie, New Country, Country Rock, 2002)
Ezio Guaitamacchi, fonte JAM n. 82, 2002