Live At Breminale ‘92, ennesimo capitolo ‘live’ per la band dei fratelli Ford, anche se del vecchio nucleo qui é presente il solo Patrick alla batteria. La band é in attività dal lontano 1972 e anche se con diversi cambi dì formazione è arrivata ai giorni nostri con una certa fama tanto da essere una delle più acclamate Blues Band made in Usa.
In origine la chitarra solista era nelle mani del più famoso dei Ford Brothers, quel Robben che dopo anni di onesto lavoro come session man, è oggi uno dei più celebrati solisti del momento, applaudito sia dai cultori del Blues che dai seguaci del Jazz per via di una eccezzionale duttilità tecnica. Da qualche anno invece la band é saldamente condotta dal batterista Patrick Ford che ha rimesso in piedi il gruppo dalla metà degli anni ’80 insieme al fratello armonicista Mark, con il chitarrista Garth Webber e il bassista Ron Gurewitz, ma non cambiando mai quel sound particolare perennemente in bilico tra un energico blues ed invenzioni di stampo jazzistico che ha reso famosa la band.
Della line-up attuale colta in una esibizione live al Brema Blues festival del ’92, si fanno apprezzare il nuovo chitarrista John Wedemeyer, un allievo di Robben Ford che non fa rimpiangere il maestro e l’indiavolato armonicista Andy Justm, dotato di un particolare timbro di voce, molto espressiva ed adatta al suono del gruppo.
Dei sette brani che troviamo nella raccolta Live At Breminale ‘92, Oh Why è quello che più mette in evidenza le qualita tecniche della band, trascinandosi per oltre otto minuti attraverso gli sfavillanti assoli di Wedemeyer e Just mentre la sezione ritmica tesse una base sonora sempre molto presente e precisa. E’ chiaro che siamo di fronte a musicisti molto dotati ed a proprio agio nella dimensione ‘live’ come dimostrano anche le due precedenti uscite della famiglia Ford (Here We Go CCD 11029 e Mark Ford With The Robben Ford Band CCD 11031) che insieme a questo Live At Breminale 92 formano un trittico di tutto rispetto.
Crosscut CCD 11038 (Blues, 1993)
Franco Bigi, fonte Out Of Time n. 1, 1993
