Nei primi anni ’70, grazie all’idea di un giovane quintetto del Colorado e all’abilità organizzativa del loro intraprendente manager, fu concepito un album triplo che fece storia e che, soprattutto, più di ogni altro fu responsabile della rivitalizzazione di personaggi mitici della prima country music. L’album chiamato, con buona intuizione, Will The Circle Be Unbroken vide la partecipazione di talenti come Merle Travis, Maybelle Carter, Doc Watson, Roy Acuff, Earl Scruggs, Jimmy Martin, Vassar Clements e Norman Blake, mai prima d’allora riuniti su uno stesso disco. La band che amalgamò il tutto con talento e gusto fu proprio la Nitty Gritty Dirt Band e il manager quel Willie McEuen (fratello di John, polistrumentista con la Nitty Gritty) ora celebrato produttore cinematografico di Hollywood.
Credo che Will The Circle Be Unbroken abbia avvicinato più persone al mondo del bluegrass e del country in generale che qualsiasi altra iniziativa discografica, cinematografica o televisiva. Per questo la Nitty Gritty Dirt Band può vantare un credito pressoché infinito a prescindere da qualsiasi porcata decida di fare nel presente e nel futuro. Vista in concerto un paio di anni fa con il quintetto quasi originale (solo Bob Carpenter al posto di Les Thompson) in occasione del ventennale del gruppo, la Nitty Gritty mi ha stupito per la straordinaria capacità di fornire uno spettacolo di due ore tirate, senza mai cedimenti né pause. Divertenti, con un ottimo suono, grande professionalità, armonie vocali precisissime e perfetto senso ritmico, Hanna, Ibbotson e compagni hanno passato in rassegna il loro repertorio passato e presente manifestando in ogni brano una freschezza ed un entusiasmo veramente coinvolgenti.
Non sempre così perfetti e trascinanti su disco, i Nitty Gritters hanno avuto anche negli anni problemi di rapporti interpersonali. La versione semplificata ‘Dirt Band’ che segnò in un certo senso una svolta commerciale, fu alla fine un fiasco sotto quasi tutti i punti di vista. Degli LP della rinata Nitty Gritty posso affermare che questo Workin’ Band sia il migliore. Nonostante la defezione di un personaggio del calibro di John McEuen, responsabile di gran parte del suono e della immagine della Nitty Gritty, il gruppo se ne esce con un prodotto di grande interesse, nello stile ‘new country’ che piace tanto oggi. In realtà, nella struttura e nelle armonie, non c’è quasi nulla di diverso rispetto al buon vecchio country rock degli anni ‘70, solo suoni un filo più moderni, registrazioni digitali e maggior rigore stilistico. Ma, si sa, a tutti fa comodo trovare nuove etichette e rinnovati elementi di aggregazione, per cui anche la NGDB si è con piacere adeguata alle nuove tendenze.
Come dicevo, questo Workin’ Band è fresco e piacevole e quasi quasi ai livelli di Desert Rose Band, che continuo a considerare la miglior band del momento di tutto l’universo country. Da segnalare nel lato A, il brano d’apertura Workin’ Man e soprattutto Soldier Of Love. Sul B la preferita è la quasi cajunante Johnny O. Si sente più di una volta il suono della fisarmonica, strumento che sta vivendo un buon momento grazie ai successi di Los Lobos e ai lavori di vari artisti influenzati dal gusto tex-mex.
Molta commistione tra il suono acustico e quello elettrico fanno di quest’album uno dei preferiti dell’anno, sicuramente nei primi cinque del country.
Per gli interessati, segnalo che McEuen è nell’album e nei tour sostituito dall’ex-Eagles Bernie Leadon, che svolge un buon lavoro ma non imprime una sua particolare impronta a Workin’ Band.
Warner Brothers 9-25722-1 (Bluegrass Progressivo, Country Rock, 1988)
Ezio Guaitamacchi, fonte Hi, Folks! n. 32, 1988