John Prine – German Afternoons cover album

E’ un bel rischio regalarmi un album di country. E, quando si riesce a cuccare qualcosa che non ho già, la probabilità che il disco sia un ‘pacco’ è molto elevata. Beh, stavolta non solo mi è stato regalato un bel disco ma (che smacco!) mi è stato presentato un musicista che (ebbene, sì, devo ammetterlo) conoscevo e vagamente solo di nome. Eppure John Prine non è certo un novellino e si è sempre segnalato per la raffinatezza della sua proposta e il gusto delle sue composizioni.

Questo German Afternoons, suo ultimo lavoro, infatti è di primissima qualità. Accompagnato dalla ‘Nashville acustica’ che conta (tra gli altri Sam Bush, Jim Rooney, Stuart Duncan e Alan O’Bryant) John propone undici brani gradevolissimi di un country rilassato ma moderno e di gran classe. Quasi tutte le composizioni sono firmate da Prine ad eccezione di una brillante versione della Lulu Walls della Carter Family e di They’ll Never Take Her Love From Me di Leon Payne.

In un momento in cui tutto ciò che si può vagamente far rientrare nell’etichetta New Country ha buone probabilità di successo, siamo contenti di trovare un altro musicista che può arricchire questa nuova tendenza che torna a caratterizzare l’universo country e ne valorizza il lato poetico ed artistico. Dopo il periodo di ‘pop-izzazione’ della country music, l’avvento dei Ricky Skaggs, Dwight Yoakam e Randy Travis, i ritorni delle Emmylou Harris, Dolly Parton e Linda Ronstadt, ci sta bene anche questo John Prine che come gusto e scelta dei brani non ha nulla da invidiare a questi mostri sacri.

Ascoltatevi Sailin’ Around (quarta traccia sul lato A) o il suo hit Paradise (ultima traccia, lato B) e stravolgerete con me lo slogan pubblicitario di un noto caffè: “Ma quanti John Prine mi sono perso nella vita?”.

Demon Fiend 019 (Singer Songwriter, Folk, 1987)

Ezio Guaitamacchi, fonte Hi, Folks! n. 28, 1988

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