Tutto iniziò nell’estate del 1968, nel Laurel Canyon, la zona residenziale di Los Angeles dove, all’epoca, un gruppo di artisti, musicisti, poeti e attori aveva creato una comunità che incorporava gli ideali e gli stili di vita che stavano qua e là spuntando tra le colline e le coste della California.
Qualcuno sostiene che il primo incontro fu a casa di Joni Mitchell, altri che avvenne sul bordo della piscina di Cass Elliot (Mamas & Papas): sta di fatto che nel luglio di quella assolata estate californiana Stephen Stills (già leader dei Buffalo Springfield), David Crosby (fresco reduce dall’epopea Byrdsiana) e il giovane cantante inglese Graham Nash (fondatore degli Hollies) si trovarono ad armonizzare You Don’t Have To Cry, il primo brano in assoluto che i tre cantarono insieme. “I hear bells” (ho sentito le campane suonare) affermò un Nash rapito da quella incredibile blend vocale,”We knew we’d lucked onto something so special” (capimmo subito di esserci imbattuti in qualcosa di speciale) confessò Crosby, “…. boy, what a sound” (dio, che suono!) affermò Stills, l’autore di quel brano.
Da quel momento in poi, iniziò un sodalizio unico, e per certi versi irripetibile, che ha rappresentato la colonna sonora (e in alcuni casi anche qualcosa di più) di tutta una generazione di giovani americani. Crosby, Stills, Nash (& Young) sono stati i portavoce più autorevoli, più sofisticati ma allo stesso tempo anche più radicali di un periodo tra i più creativi e importanti della storia del nostro secolo. Le loro canzoni hanno affrontato le tematiche più scottanti degli anni sessanta e settanta (politica, ecologia, battaglie per i diritti dell’uomo, ecc.) così come hanno espresso le problematiche e le riflessioni più intime dei giovani dell’epoca. Il tutto accompagnato da una delicatezza stilistica, da una raffinatezza armonica e lirica che non aveva precedenti. Ritrovare oggi in un lussuoso cofanetto (4 CD con ben 77 brani di cui alcuni inediti e molti in versioni inconsuete) una raccolta esauriente della loro musica significa ripercorrere idealmente i fremiti e le vibrazioni di quegli anni.
L’imponente lavoro di ricerca e di assemblaggio è stato curato in prima persona da Graham Nash che ha svolto il compito in modo impeccabile. Come accennato prima, 77 sono le tracce racchiuse nei 4 CD organizzati in ordine cronologico che vanno a pescare dai lavori di gruppo (Crosby, Stills & Nash, Deja Vu e 4 Way Street con Young, CSN, Daylight Again, Allies, American Dream ancora con Young fino all’ultimo, deludente, Live It Up), dai numerosi lavori solisti, dai 4 album del sodalizio Crosby & Nash, dalle differenti combinazioni e ramificazioni (Manassas, Stills & Young Band, ecc.).
La scelta dei brani è estremamente azzeccata perché oltre a dare il giusto tributo ai numerosi hit del gruppo (Teach Your Children, Suite: Judy Blue Eyes, Chicago, Helpless, Love The One You’re With, Long Time Gone, Carry On, ecc.) va a selezionare anche le cose meno scontate e più rare.
Ottimi ad esempio gli inserimenti nel CD1 di Guinnevere, Song With No Words (eccellente brano di Crosby & Nash) e della straordinaria Dejà Vu, di Music Is Love nel CD2 (tratto dal mitico If I Could Only Remember My Name di David Crosby), del blues acustico Bleck Queen di Stills e dei due brani tratti dal repertorio dei Manassas.
Nel CD3 brillano See The Changes in una inedita versione con Neil Young, alcune chicche della premiata ditta Crosby & Nash (Page 43, Wind On The Water, Carry Me) e le più belle canzoni di CSN, quello che gli aficionados chiamano “l’album della barca”, forse il lavoro più maturo del gruppo. Di quel periodo sono infatti Shadow Captain, In My Dreams, Cathedral e Just A Song Before I Go.
Nel CD4 infine si copre il periodo più recente. Anche qui le scelte sono ben fatte: Wasted On The Way, Thorougfare Gap, Got It Made, Delta. Restano i brani inediti: sul primo CD c’è una splendida versione di Blackbird, l’evergreen dei Beatles e un ottimo Horses Through A Rainstorm interpretato da CSN&Y sul CD2 c’è una interessante cover di Urge For Going di Joni Mitchell reinventata da Crosby & Nash, e un intrigante Stills che da solo interpreta My Love Is A Gentle Thing, brano di sua composizione. Sul CD4, infine, c’è una trascinante Dear Mr. Fantasy (quella dei Traffic, ricordate?) nella versione di Stills & Nash.
Il cofanetto contiene un lussuoso libro in cui, oltre alla prefazione, alla discografia completa, a numerose fotografie e a un preciso albero genealogico del gruppo, ci sono le descrizioni tecniche di ogni brano e i commenti dei protagonisti. Ah, dimenticavo: l’ultimo pezzo del CD4, quello che chiude la raccolta, è il leggendario Find The Cost Of Freedom con cui il gruppo era solito concludere i suoi concerti, giusto per mantenere fede ad una coerenza al di sopra di ogni sospetto. Non si tratta solo di un’operazione nostalgia: il box racchiude sì il suono di un’epoca ma soprattutto alcune delle più belle canzoni degli ultimi 25 anni di musica: imperdibile.
Atlantic 7567-82319-2 (Roots Rock, 1991)
Ezio Guaitamacchi, fonte Hi, Folks! n. 51, 1992