Originariamente pubblicato in edizione limitata dalla Normal, vede finalmente la luce negli States Finders, Keepers. Il tutto grazie ad una piccola label di Frisco dedita alla musica americana di matrice roots, la Innerstate, che ha pubblicato anche un inedito dell’ex Dream Syndicate Steve Wynn.
Realizzato con pochi mezzi a San Francisco, grazie all’aiuto del percussionista Scott Amendola (Charlie Hunter Band), del chitarrista Erik Pearson (Mushroom) e dell’accordionist folk Roxanne Marie, Finders, Keepers riflette le atmosfere di jam-sessions familiari con le quali questa songwriter di Santa Rosa, California, ha sviluppato il suo folk-rock.
L’album, che precede l’attuale e più personale Headlights And Other Constellation, è infatti una collection di classici del folk (Dylan, Buffy St. Marie, Bob Nolan, Stephen Stills), uniti ad alcuni traditionals e alle prime composizioni di Sonya. La formula è molto semplice: acustica, quasi informale, con arrangiamenti che tendono ad evidenziare la sua fresca e pura voce. Una dimensione che sembra mediata direttamente dai sixties, ma che evidenzia altresì lo spirito revivalistico del personaggio che cerca di far convivere, attraverso oblique melodie, tanto le sonorità ‘indie-rock’ anni ’90 che il folk d’autore, dalle influenze blues e jazzy, sino a quelle folk-pop. Gli echi sono quelli del folk d’autore delle McGarrigles, delle Roches; l’approccio è sincero e genuino, di trasparente purezza espressiva, di palpabile coinvolgimento emotivo. I suoi originali non sfigurano accanto a I’ll Be Your Baby Tonight, 4 & 20, Tumbling Tumbleweed e famosi tradizionali.
Sonya Hunter è un personaggio poco conosciuto in Italia, ma vanta in alcuni paesi europei un seguito invidiabile. E’ oggi appetibile tanto dai fans del rock che del folk..
Innerstate 7001 (Singer Songwriter, 1998)
Tommaso Demuro, fonte Out Of Time n. 30, 1999
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