Un debutto folgorante: il ragazzo francese nato in Algeria ha appena compiuto diciotto anni ma già suona con la sicurezza di un veterano. E di colpo annulla lo strapotere anglo-americano sulla sei corde acustica: Pierre suona con la classe raffinata di un John Renbourn, la tecnica stellare di un Leo Kottke, l’ispirazione di un Davey Graham.
Près De Paris mostra inoltre la sua visione sofisticata della musica celtica qui rivista attraverso un fingerpicking elegantissimo arricchito qua e là da soluzioni strumentali minimaliste: lo dimostrano le belle Gavottes in apertura o il medley di gighe Merrily Kissed The Quaker/Cunla. Piacciono pure le rinascimentali Dame Lombarde e Lady De Nantes (e qui l’influenza di Renbourn e Jansch è evidentissima) almeno tanto quanto la classica The Town I Loved So Well.
Bensusan ha un solo problema: il suo canto è piuttosto mediocre e pure penalizzato da un piccolo difetto di pronuncia. Peccato perché anche la poetica One Morning In May (in chiusura di disco) con un’altra vocalità sarebbe diventata un vero gioiellino. Bensusan se ne rende conto e nel futuro si dedicherà esclusivamente a musica strumentale. Ma purtroppo lascerà da parte anche la tradizione anglo-celtica e quel suo modo intelligente e ispirato di rinfrescarla che fa di Près De Paris un album cult per gli appassionati del genere.
Rounder 3023 (Celtic Folk, 1975)
Ezio Guaitamacchi, fonte JAM n. 82, 2002