La luminosa storia dei New Grass Revival potrebbe cominciare da uno degli artisti ancora oggi più apprezzati: Sam Bush, fondatore e per diciassette anni portabandiera del gruppo che forse più di ogni altro ha cambiato la storia della musica bluegrass.
Sam Bush nasce il 15 aprile 1952 a Bowling Green in Kentucky ed inizia a suonare il mandolino ed il fiddle dall’età di undici anni, vincendo ben presto i primi contest di fiddle. Alla fine degli anni ’60 con Wayne Stewart e con il banjoista Alan Munde forma i Poor Richard’s Almanac (con i quali sperimenta diversi generi musicali), e quando Alan Munde lascia, è sostituito da Courtney Johnson. Nato anch’esso in Kentucky il 20 dicembre 1939, inizia giovanissimo a suonare la chitarra ma arriva tardi al banjo, all’età di venticinque anni.
Bush e Johnson entrano poi nella band Bluegrass Alliance, con il fiddler Lonnie Peerce ed il bassista Ebo Walker (nato il 19 ottobre 1941). A loro si unisce nel 1971 anche il chitarrista e dobroista Curtis Burch (nato il 24 gennaio 1945, in Alabama), e quando l’anno seguente Peerce lascia il gruppo, modificano il nome e diventano New Grass Revival.
Dopo aver inciso il loro primo album, dal titolo significativo Arrival Of The New Grass Revival, se ne va Ebo Walker, sostituito da Butch Robbins e subito dopo da John Cowan. Nato il 24 agosto del 1952 in Indiana, Cowan è un ottimo cantante ma non un musicista bluegrass, avendo militato solamente in formazioni rock.
In quegli anni incidono per la Flying Fish alcuni dischi strepitosi che, pur rimanendo essenzialmente bluegrass, rompono con la tradizione e propongono soluzioni inedite, mescolando nuove idee e suoni rock’n’roll, blues, soul e jazz: in poche parole la loro è musica newgrass. Sono album stupendi, da Fly Through The Country a Too Late To Turn Back Now (registrato live al festival di Telluride, in Colorado) da When The Storm Is Over a Barren County, che prende il nome del luogo natale di Courtney Johnson, fino a Commonwealt del 1981.
Naturalmente i fans più tradizionalisti non apprezzano le loro sonorità particolari e inconsuete, ma in compenso guadagnano nuove fette di un pubblico che era alla ricerca di qualcosa di fresco e spumeggiante.
Nel 1981 è la volta di un discusso album con Leon Russell, dopo il quale Johnson e Burch, forse stanchi per i troppi concerti, lasciano il gruppo. Courtney Johnson appare ancora in alcuni dischi di altri artisti ma purtroppo muore il 7 giugno del 1996 per un tumore. Al loro posto l’anno seguente arrivano il mandolinista e chitarrista Pat Flynn e Béla Fleck.
Quest’ultimo nasce il 10 luglio 1958 a New York (chiamato come il compositore Béla Bartok) ed è affascinato sin da giovane dal suono del banjo. A vent’anni incide il primo, acclamatissimo disco e prima di unirsi ai New Grass Revival suona con i Tasty Lick e con gli Spectrum.
Con questa nuova formazione (Bush, Cowan, Flynn e Fleck) i New Grass Revival realizzano altri stupendi dischi: nel 1984 cambiano casa discografica ed incidono On The Boulevard, ma bisogna aspettare fino al 1986 (ed un altro cambio di etichetta, questa volta con una major) per il disco successivo New Grass Revival cui segue Hold To A Dream, ed altri due anni per il loro terzo Friday Night In America.
Il successo commerciale è ampio, con molti singoli che entrano nelle classifiche, mentre un intensissimo tour di concerti li porta in giro per il mondo toccando moltissimi paesi (da segnalare il Live registrato nel 1983 a Toulouse in Francia). Purtroppo nel 1989 Fleck e Cowan manifestano il desiderio di andarsene e questo segna anche la fine del loro sodalizio, lasciando un vuoto artistico ed una pesante eredità..
Sam Bush entra successivamente nei Nash Ramblers di Emmylou Harris, con i quali rimane cinque anni, e diventa un ricercato session-man oltre ad incidere dischi solisti, miscelando bluegrass, rock, jazz e anche raggae, così come John Cowan che forma gli Sky Kings con Rusty Young. Béla Fleck nella sua carriera solista tocca nuove frontiere e dimostra ancora di più una creatività, una versatilità ed un’abilità sul banjo cui finora nessuno è mai arrivato; riesce a suonare ogni cosa, spaziando dal bluegrass alla classica al jazz, e con i Flecktones fino alla musica fusion.
1972 – 1989
Bluegrass Moderno, Bluegrass Progressivo
Claudio Pella, fonte TLJ, 2003