Houston Stackhouse – Cryin’ Wan’t Help cover album

Di Houston Stackhouse ricordo un vecchio disco Wolf che non gli rendeva certamente giustizia. Era sì palatabile, ma affetto da, diciamo così, pressapochismo progettuale in misura tale da non consentire un concreto fissaggio nella memoria dell’ascoltatore.
Accolgo quindi con entusiasmo questo Cryin’ Wan’t Help, ottimo prodotto Edsel, licenziandolo dalla Genes americana che a sua volta altro non è che la reincarnazione del marchio Adelphi.
Si tratta, come per l’intera serie Blues Vault di registrazioni assolutamente inedite, mai pubblicate sinora nemmeno parzialmente su antologie ufficiali e non.
La sessione risale al 1972 e Stackhouse è solo in studio con la sei corde acustica. Il suono è eccellente e la qualità artistica altrettanto. Certo, vi è talvolta qualche indecisione, una nota mancata o altro, ma sono quisquiglie. Il disco è una spettacolosa passerella di tredici country-blues suonati e cantati con passione e convinzione. Un condensato di puro Mississippi Delta blues elargito con la classe di un maestro.

Riscopriamo quindi un artista che ha forse sofferto di eccessiva sottovalutazione anche nei circoli blues più accreditati. Ma Stackhouse non è certamente uno qualunque: cugino di Robert Nighthawk (chitarrista slide supremo), è cresciuto con Tommy Johnson ed amico di Robert Johnson. Ha suonato con i Mississippi Sheiks e con Sonny Boy Williamson II (Rice Miller). Ma anche con Jimmy Rogers, Elmore James e Muddy Waters. Vi basta?
Grazie a Cryin’ Wan’t Help fa veramente piacere poter riascoltare splendidi brani senza tempo quali Kind Hearted Woman e Sweet Home Chicago di R. Johnson o Bye Bye Blues, Maggie Campbell Blues e Big Road Blues di Tommy J. Insieme ad altri capolavori quali Sweet Black Angel, Pony Blues e My Babe… in una veste così autentica ed accattivante. Consigliato.

Edsel EDCD 383 (Blues, 1994)

Renato Bottani, fonte Out Of Time n. 7, 1994

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