Non siamo mai caduti in deliquio per la produzione di John McCutcheon, compositore prolifico e buon musicista, specialista degli strumenti a corda e in particolar modo dell’hammered dulcimer. Non ultimo, gli riconosciamo il merito di essersi costantemente allineato con molti colleghi americani, quali Holly Near e Si Khan, da sempre schierati per la tutela dei diritti civili. I suoi quattro, abbastanza recenti CD, dedicati alle stagioni, non sono passati inosservati, grazie alla qualità dei testi e a una certa inventiva melodica.
Questo ultimo album, The Greatest Story Never Told, nasce da una storia natalizia realizzata dall’autore del Wisconsin per la propria famiglia e intitolata The Gospel According To Joe. Successivamente, un tecnico di una stazione radiofonica dell’Ohio ne ha ricavato un lavoro teatrale radiofonico. Non infliggerei tuttavia questi cinquantanove minuti ai miei denigratori, poiché, musicalmente si fluttua in uno stanco country pop, a causa del quale le nobili intenzioni prevalgono sulla piacevolezza dell’ascolto.
C’è Tim O’Brien con mandolino e fiddle, e c’è tutta l’entusiastica passione di John che si cimenta con vari strumenti, dall’accordion alle chitarre, nel tentativo di conquistare all’ascolto. Le melodie sono scontate, fra old e rag-time, senza fiamme e sussulti, con poca attrattiva.
La pacificazione fra aborigeni e australiani contenuta in Follow The Light, le emozioni causate dal fatidico 11 Settembre, la salvaguardia del White Lake di Dallas, il rifiuto della pena capitale, sono tutti argomenti degni del massimo rispetto, ma non sostenuti da un’ispirazione convincente, si inchiodano alla lettura dei testi. In questo The Greatest Story Never Told si respira troppo spesso un clima di pesante provincialismo e le pur lodevoli qualità tecniche si scontrano con un’aridità musicale che non lascia scampo.
Il meglio di John McCutcheon appartiene, certo, al passato.
RHR CD 163 (Folk, Singer Songwriter, 2002)
Francesco Caltagirone, fonte Out Of Time n. 42, 2003
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