Trouble In Mind: The Doc Watson Country Blues Collection 1964-1998. ‘Doc’ Watson, strepitoso chitarrista non vedente della North Carolina, è un mito per tutti gli amanti della roots music. Roots music in senso lato perché Watson, con i suoi incredibili virtuosismi alla chitarra e con la sua voce tonda e profonda, attraversa l’intero spettro della musica popolare passando dal country al bluegrass, dall’hillibilly al folk alle ballate e, naturalmente, al blues.
L’opera di Watson è un continuo omaggio al blues. Così la Sugar Hill ha deciso di pizzicare, tra i suoi dieci album più famosi alcune perle del suo repertorio bluesy.
Funambolico e imprendibile nel finger picking e nel flat picking, cantante vigoroso dalla forza comunicativa che fa accapponare la pelle, Watson sciorina un prezioso manualetto storico.
Trouble In Mind parte col banjo, riadattando da par suo uno dei primi esempi di ‘white man’s blues’, ovvero Country Blues di Dock Boggs, affronta classici della tradizione come Lost John, Stackolee e Rain Crow Bill (quest’ultima figlia del rutilante mondo del black minstrelsy), fino ad attaccare il repertorio di Mississippi John Hurt (Spikedriver Blues, Worried Blues) e quello del maestro del Piedmont Blind Boy Fuller (My Little Woman You’re So Sweet).
La purezza, la sensibilità e la ricchezza timbrica della sua chitarra, impreziosita da aperture jazzate, svisate boogie, ritmi sincopati, assolo vibranti, rinnova la magia di questi brani sempreverdi trasformando Doc Watson in un imprescindibile tedoforo della vera musica popolare americana senza definizioni e senza confini. Al suo fianco c’è spesso il figlio Merle, talento del banjo e della chitarra prematuramente scomparso nell’86, schiacciato dalle ruote di un trattore, perché Watson e la sua family vivono ancora sulla loro pelle le radici dell’America rurale.
Sugar Hill 3966 (Country Blues, Piedmont Blues, Swing Acustico, Old Time Music, 2003)
Antonio Lodetti, fonte JAM n. 94, 2003
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