Double Decker String Band è una delle poche band di old time music attive ed ancora oggi sulla scena a circa otto anni dalla sua costituzione. Anche se a prima vista ciò può apparire strano o privo di significato, questo è uno dei meriti principali di questi quattro ragazzi del Maryland. Il settore della musica old time, infatti, anche negli USA ha una vendibilità che non consente, nella maggior parte dei casi, la sopravvivenza di un gruppo per lunghi periodi. In questo modo l’attuale scena dell’otm vede una scarsità di gruppi consolidati con struttura, repertorio e soprattutto sonorità ben definite.
Oggigiorno possiamo, al contrario, contare su parecchi violinisti e banjoisti favolosi che il più delle volte si trovano a suonare ininterrottamente alle varie Fiddlers’ Convention che animano l’infuocata estate statunitense (v. Hi, Folks! n. 1, Old Time Music Revivalists). A volte in questi periodi si costituiscono anche delle band, più o meno occasionali ma spesso di livello eccellente, che però finiscono con il finire del periodo estivo.
Questa situazione ha parzialmente interrotto, o almeno rallentato, l’interessante fenomeno dello String Band Revival in atto negli anni Settanta sulla scia dei gruppi storici Hollow Rock Stringband, New Lost City Ramblers e soprattutto Highwoods String Band. Conseguentemente anche la produzione discografica ha subito una certa inflessione mentre forse si è incrementata l’uscita di album di musicisti solisti. La Double Decker, nel corso di questi anni, ha invece saputo crearsi una propria identità originale che la contraddistingue come fenomeno a parte nel variegato mondo della old time music.
Va precisato che dei quattro membri del gruppo, tre hanno altri lavori oltre la musica e che il solo Bruce Hutton è musicista ‘full-time’. Questa doppia personalità ha consentito loro di mettere da parte, o comunque da non considerare prioritarie, le entrate finanziarie provenienti dalla attività della band e conseguentemente ha permesso loro di concentrarsi maggiormente sulla musica.
La Double Decker non è il tipico gruppo scatenato da danza che è un po’ lo stereotipo della otm. Il repertorio proposto, pur non disdegnando i classici fiddle-tunes, spazia molto andando a sconfinare perfino nello string-ragtime. Molte le songs e ballads che il gruppo propone sempre con grande classe ed originali sonorità. Un gruppo accostabile alla Double Decker, nel panorama dell’otiti revival, potrebbe essere la purtroppo defunta Arm & Hammer String Band, se non altro come ampiezza di repertorio e utilizzo dei vari strumenti.
Prendendo come esempio i gruppi originali degli anni ’20 e ’30 ai quali la Double Decker si ispira, dobbiamo citare Skillet Lickers (più che nello stile nella scelta dei brani), Leake County Revelers, Doc Roberts, Uncle Dave Macon & The Fruit Jar Drinkers.
Caratteristiche della band sono le parti vocali, sempre molto ben curate, e gli arrangiamenti, che pur mantenendo intatte le peculiarità originali, propongono un inconfondibile ‘Double Decker sound’. I quattro musicisti, tutti molto versatili, si alternano con eguale maestria su vari strumenti. La famiglia dei ‘banjoidi’ sembra essere la più sfruttata: banjo-uke, banjo-mandolino, banjo tenore, five-string banjo, banjo-guitar vengono utilizzati in combinazione tra loro o in compagnia dei più classici fiddle, mandolino e chitarra.
Il gruppo in concerto, nonostante il tourbillon di strumenti, mantiene inalterata la raffinatezza caratteristica dei due album finora al suo attivo, entrambi per la coraggiosa etichetta Fretless (c/o Philo). Esso si distingue anche per avere deliberatamente rinunciato all’utilizzo del contrabbasso, lasciando tutto il lavoro ritmico sulle spalle dell’ottimo chitarrista John Beam.
Il risultato sonoro avvicina così ulteriormente la Double Decker ai gruppi tradizionali degli anni ’20/’30 (quasi tutti senza contrabbasso) dai quali, come abbiamo visto, trae la principale ispirazione. Anche nei veloci fiddle-tunes, dove il contrabbasso sarebbe più utile, la band sopperisce egregiamente alle carenze ritmiche grazie all’eccellente lavoro del mandolino di Bruce Hutton, che oltre ad avere un ritmo incalzante conferisce un timbro unico e assai gradevole. Una curiosità è costituita dal buffo nome che la band si è scelto.
Double Decker (che letteralmente vorrebbe dire ‘su due piani’) descrive più il modo in cui la band appare, o meglio appariva, che non quello in cui suona. All’inizio, nel 1977, al fianco dell’altissimo (più di due metri) violinista Bill Schmidt, vi era la minuscola Susie Robbins e i due potevano suonare il fiddle in due microfoni, collocati ad altezze diverse, sulla medesima asta! Quando Susie lasciò il suo posto al banjoista/violinista Craig Johnson, di altezza media, non si reputò necessario modificare il nome del gruppo che così rimase Double Decker, che forse più si adatta a bus, treni o sandwiches che non ad una string band.
Infine ci preme ricordare che Bruce Hutton (mandolinista e banjoista con Double Decker) è anche un ottimo solista, sempre nel campo della musica old time.
Per tutti coloro che lo volessero conoscere maggiormente segnaliamo un discreto album inciso per la Folkways (FA-2402), Old-Time Music – It’s All Around (1978), in cui Bruce suona praticamente tutti gli strumenti della tradizione nordamericana con gusto e rigore.
Discografia:
-Fretless FR-144 (1980), Giddyap Napoleon
-Fretless FR-160 (1981), Sentimental Songs, Old Time Melodies
Ezio Guaitamacchi, fonte Hi, Folks! n. 10, 1985