In una sola notte può cambiare un’intera vita. È successo nella cittadina rurale di Frankville, Alabama, in casa Moorer, quando il capofamiglia, dopo aver sparato alla moglie, ha girato la canna del fucile verso se stesso, suicidandosi. Per le due ragazze che hanno assistito alla scena, un’esistenza tranquilla e serena si è trasformata in un terrificante incubo. Dal quale sono uscite grazie alla musica.
Oggi tutte e due sono cantanti di successo: la più grande si fa chiamare Shelby Lynne e, come i più affezionati lettori ben sanno, è una beniamina del nostro giornale.
La più giovane, Allison, ha mantenuto il cognome di famiglia e da quattro/cinque anni Allison Moorer è una delle promesse della nuova Nashville.
Miss Fortune è il suo terzo album ufficiale e si stacca un po’ dal cliché new country che aveva caratterizzato le produzioni precedenti. Allison, infatti, sembra più riflessiva, intimista e melanconica che in passato. Specie nelle prime tracce di Miss Fortune (tra le quali è da segnalare l’eccellente ballata Let Go). Anche quando il ritmo si alza e le atmosfere tornano a sfiorare idiomi country (vedi la epica Ruby Jewel Was Here, un pezzo à la The Band, la frizzante Up This High, nella vena della miglior Patty Loveless o la tosta Hey Jezebel, il pezzo più rock del disco) la Moorer mantiene inalterata dolcezza nei toni e stessa, rilassata naturalezza nel canto.
Niente male anche la suadente No Place For A Heart in cui Allison Moorer dá prova di maturità artistica e notevole espressività vocale: un pezzo che potrebbe tranquillamente diventare una chicca del repertorio della sua ammirata sorella.
Universal South UNSF-30009-2 (Alternative Country, Singer Songwriter, 2002)
Ezio Guaitamacchi, fonte JAM n. 85, 2002