Andre Williams

Cercate la definizione della parola ‘sleazy’ sul dizionario (è difficile da tradurre in italiano, forse a metà strada tra ‘poco raccomandabile’ e ‘trasandato’!), e c’è buona possibilità che troverete il nome di Andre Williams. Ma oltre alla sua immagine da mascalzone, questa leggenda minore del R&B può vantare un curriculum mica male, avendo collaborato in diversi ruoli con nomi quali Berry Gordy, Stevie Wonder, Bobby Bland, Ike Turner, Amos Milburn, Edwin Starr, Alvin Cash, Mary Wells, George Clinton, i Dramatics, e chi più ne ha più ne metta. Cantante, compositore, produttore e perfino road manager, meriterebbe davvero qualche elogio in più per il suo contributo durato mezzo secolo al mondo del rhvthm & blues.

Nato Zeffrey Williams a Bessemer (Alabama) il 1 novembre 1936, ‘Andre’ si trasferì a Chicago con la sua famiglia quando era ancora bambino. Si sa poco della sua infanzia, ma dopo la morte della madre quando Andre aveva solo 6 anni, fu cresciuto dalle sue zie. Pare che la prima esperienza canora fu nel coro del Cobbs Baptist Church di Chicago nel 1952. Fu grazie a quel periodo che ho potuto imparare la tecnica del canto gospel, bello e genuino”, dichiarò molti anni più tardi.
Dopo un periodo di servizio sotto le armi (alcune fonti sostengono che abbia passato del tempo in un carcere militare dopo aver cercato di iscriversi nella marina con l’aiuto di documenti falsi), e brevi militanze in formazioni doo wop chicagoane quali i Cavaliers e i Five Thrills, Williams si spostò in un’altra città dall’enorme significato musicale: Detroit. Consapevole che una carriera da cantante era decisamente alla sua portata, Andre non tardò a fare amicizia con Jack e Devora Brown, i proprietari della Fortune Records. I Brown avevano fondato l’etichetta nel 1947, e malgrado le risorse assai primitive (lo studio di registrazione consistette in un registratore Ampex 350 installato nella backroom del loro negozio di dischi!), erano riusciti ad ottenere un hit a livello nazionale nel 1953 con Jealous Love delle Davis Sisters (Skeeter e Betty Jack).

Alla Fortune, Williams lavorò con un gruppo di nome i Don Juans. Gli stessi Don Juans incidevano anche sotto un altro appellativo: i Five Dollars.
Se tutto ciò sembra un tantino complicato… fu proprio così! Entrambe le band erano quintetti grintosissimi di R&B con esattamente gli stessi componenti: Charles Evans (basso), James Drayton (baritono), Lonnie Heard (tenore), Eddie Hurt (tenore solista, e cugino della moglie di Andre), e Richard Lawrence (chitarra). Ma Devora Brown decise di impiegare i Don Juans come gruppo di spalla per Andre Williams (nonché per altri artisti della Fortune), ritrasformandoli nei Five Dollars tutte le volte che pubblicarono un disco a nome proprio. Il nome ‘i Don Juans’ sembrava fatto a misura per Williams; Devora Brown non aveva dubbi che richiamava il suo stile e il suo carisma davvero unici. Ma Andre non si illudeva di possedere una voce come, ad esempio, quella di Nolan Strong, altro artista di spicco della Fortune. Così cominciò ad adottare uno stile ‘parlato’ molto innovativo, il quale diventò un elemento fondamentale del suo successo e che va interpretato come precursore dello stile rap dei nostri giorni.

Incise ben dodici singoli per la Fortune (sette dei quali nel 1956), e gran parte di questi furono accreditati anche ai Don Juans. A cominciare dalla pubblicazione di Going Down To Tia Juana (1955) e terminando con Movin’ (1961), Williams fu l’artefice di gran parte del R&B più ‘untuoso’ e sfrontato che mai vedette la luce. Titoli quali Bacon Fat, The Greasy Chicken, e Please Pass The Biscuits tradirono una bizzarra ossessione con il mondo gastronomico, anche se l’insinuazione sessuale raramente mancava dalle composizioni di Williams. Senz’ombra di dubbio, le sue incisioni più famose furono la sopramenzionata Bacon Fat (1956), un dance romp R&B molto divertente (vi sfido a non ridere di fronte alle esclamazioni di Andre di tipo “Have mercey!”, nonché i suoi commenti borbottati a proposito di pollo!), e Jail Bait (1957), un rap lento e drammatico (scritto a quattro mani con Gino Purifoy), in cui Andre racconta la sua storia con intonazione quasi annoiata, prima di supplicare il giudice di concedergli la sua libertà.

L’ispirazione per Bacon Fat (il disco più popolare di sempre per la Fortune, a pari merito con The Wind di Nolan Strong & the Diablos) venne a Williams mentre era in viaggio per un concerto al Flamingo Club a Memphis. Al suo rientro a Detroit, riuscì a convincere Devora Brown a prenotare una sessione nello studio; mentre lei era impegnata a preparare i microfoni, Williams scrisse alcune parole per un testo privo di senso su un tovagliolo! Il nuovo stile ‘parlato’ di Andre non aveva conquistato la maggior parte della gente alla Fortune. Infatti l’unica persona che lo prese davvero sul serio fu il DJ Frantic Eddie Durham, ma per fortuna fu proprio lui a tenere sotto controllo la sessione. Il disco decollò, e le vendite di Bacon Fat raggiunsero livelli tali che la Epic Records acquistò il master e si occupò della distribuzione, non appena divenne evidente che la Fortune non sarebbe stata in grado di far fronte alle richieste del pubblico. Williams, soprannominato ‘Mr. Rhythm’, cantò molto spesso coi suoi Don Juans in locali da Detroit a Memphis e, come si può immaginare, le sue esibizioni dal vivo erano eventi decisamente folli. Williams incantava il pubblico con i suoi completi lavanda, mentre la band indossava maschere in stile Zorro per il primo tempo, per poi tornare senza maschere per esibirsi come i Five Dollars!

E così i Five Dollars / Don Juans diventarono il secondo gruppo più prolifico in casa Fortune, superati soltanto dal leggendario Nolan Strong e i suoi Diablos.
Ma i rapporti tra Williams e i Don Juans si guastarono dopo il successo di Bacon Fat… esito quasi scontato dal momento che Andre decise di utilizzare un gruppo diverso per il disco (attribuito infatti a ‘Andre Williams & His New Group’). I Five Dollars tentarono tardivamente di salvare il salvabile, registrando un seguito intitolato How To Do The Bacon Fat (1957), ma scomparve senza lasciare tracce.

Nel 1961, Williams si mise a collaborare con Berry Gordy alla Motown. Malgrado avesse un contratto discografico con la Motown, non incise mai per nessuna delle etichette di Gordy; il suo contributo fu soprattutto in qualità di produttore e compositore. Ad esempio, firmò (assieme a Clarence Paul e William Stevenson) Thank You For Loving Me, l’esordio di Little Stevie Wonder e Oh Little Boy What You Do To Me di Mary Wells (il lato B di My Guy), e lavorò come produttore per i Contours. Tuttavia la partnership con Berry Gordy era il classico rapporto di amore-odio; l’approccio di Gordy al suo lavoro era inflessibile a dir poco, e si scontrava in continuazione con lo stile un po’ spaccone e sapientone di Williams. Di conseguenza, Gordy lo licenziò diverse volte… per poi riaccoglierlo nella famiglia poco dopo.
Malgrado il periodo tempestoso, Williams trovò tempo per scrivere il celebre Shake A Tail Feather assieme a Verlie Rice e Otha Hayes, un grande hit per i Five DuTones, e Twine Time per Alvin Cash & the Crawlers, pubblicato per la One-derful Records di George Leaner a Chicago. Un’altra composizione sua fu Girls Are Getting Prettier per Edwin Starr su Ric Tic, e per un breve periodo Williams fece perfino da road manager a Starr.

Nel 1965, lasciò per sempre la Motown e si trasferì a tempo pieno a Chicago, dove firmò un contratto nientemeno che con la Chess Records. Durante la seconda metà del decennio, Williams pubblicò una raffica di 45 giri di ottima qualità, tutti in chiave R&B per la Chess/Checker, tra cui The Stroke, Gridle Up (Parts I and 2), e Cadillac Jack. Prestò i suoi talenti da produttore/compositore anche ad una serie di artisti minori, sia per la Chess che per la Peacock a Houston.
Ma il suo stile di vita troppo selvaggio si dimostrò fatale quando gli fu chiesto di produrre un disco per Ike Turner nei primi anni settanta. La collaborazione con Ike fu ancora più burrascosa di quella con Berry Gordy. Come se ciò non bastasse, Williams cadde nel vizio della cocaina. Tornò a Chicago in preda alla droga e passò diversi anni a girovagare, chiedendo l’elemosina e riuscendo in qualche modo a sopravvivere.

Il fatto che riuscì a risollevare la carriera a metà degli anni novanta con un’altra serie di dischi, compreso l’album Greasy (per la Norton), la dice lunga sulla sua grinta, e l’ottimo sostegno di cui godeva da parte di gente quale Jon Spencer, e Billy Miller & Miriam Linna alla Norton Records.
Attualmente, Williams vive a Queens, New York, e ha inciso più dischi dopo il suo ritorno all’attività di quanto abbia pubblicato nei primi 40 anni della sua carriera! Nel 1999, si tolse perfino la soddisfazione di fare un disco country per la Bloodshot, e ora continua a collaborare con artisti di ogni genere, tra cui gli El Dorados, i Sadies, e Dick Taylor (ex-chitarrista dei Pretty Things). Nelle parole di Lux Interior: “Accanto ad Andre Williams, Little Richard sembra Pat Boone!”

DISCOGRAFIA CONSIGLIATA
Jailbait [LP, Fortune, 1984] — contiene la maggior parte dei suoi classici dal periodo Fortune negli anni ’50, anche se manca stranamente proprio Bacon Fat. Bootleg?
Bacon Fat
[LP, Fortune, 1986] idem, come sopra… ma stavolta Bacon Fat c’è!
Bait & Switch
[CD, Norton] — una produzione assai più moderna, ma comunque non senza meriti.

Maurizio Maiotti, fonte Jamboree n. 47, 2005

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