Andy J. Forest – Bluesness As Usual cover album

Andy torna in studio con Bluesness As Usual, con una decina di pezzi per mettere per iscritto i suoi sentimenti. E se qualche anno fa, i criteri che lo ispiravano, erano imitativi della grande scuola di Chicago, ma soprattutto dello stile di grandi virtuosi dell’armonica come Musselwhite, Butterfield e, più ancora, James Cotton, al quale ogni riferimento non è per nulla casuale, oggi il suo stile si è fatto personale, grazie al suo lento ma continuo riavvicinamento al suono di New Orleans, sapientemente mescolato alle sonorità popolari della Louisiana tipiche dello zydeco.
Tutto ciò, e scusate se è poco, ha permesso a Andy di vestire il blues a festa, coniugando perfettamente il suo carattere esplosivo con una musica che non è nata per cantare l’allegria.

Una bella mano, gliel’hanno data anche i musicisti che sono della partita, primo fra tutti Billy Gregory, e Jerry Jumonville, al quale sono affidati gli arrangiamenti dei fiati, entrambi musicisti con tendenze ritmiche prepotenti, bene sorretti da John Vidacovich alla batteria e da David Lee Watson al basso, anche se su tutto e tutti dominano le scorribande veementi dell’armonica di Andy Forest che duetta alla pari con una chitarra mitica come quella di Billy Gregory e con il sax di Jumonville: sentiteli tutti e tre in Love You Wild e sarà pelle d’oca.
Un’altra presenza doc in Bluesness As Usual è quella di John Mooney, che in Go Stay e Street Musician, con una parentesi tradizionalmente acustica, permette a tutti di tirare il fiato tracciando inoltre, un perfetto ritratto di questi magnifici musicisti di strada che da un teatro ad un bar ad un club e ovunque capiti, portano la loro musica autopromuovendosi, senza i fasti della grande promozione. A New Orleans vive l’anima della grande musica nera, e qui c’è un bianco che sa cantarne i segreti.

Appaloosa AP 103 (Blues, 1994)

Claudio Garbari, fonte Out Of Time n. 3, 1994

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