Negli anni ’70 Big Al Downing aveva raggiunto una certa fama anche in Italia come interprete di I’ll Be Holding On, brano che si era sentito spesso nei locali da ballo e nelle discoteche (?) dell’epoca. Come sia arrivato ad incidere un album di country-gospel come questo One Of A Kind, non ci è dato di saperlo, resta comunque il fatto che si annoverano illustri predecessori fra gli artisti di colore che si sono accostati alla musica country, fra i quali ricordiamo i vari O.B. McClinton ed il più famoso Charley Pride.
Si parte con Hometown America, quanto di più patriottico – prevedibile – si possa immaginare, condito di tutti gli stereotipi che possono prestarsi al gioco.
A Cigarette, A Bottle And A Jukebox non riesce a mascherare il suo carattere shuffle a partire dal titolo, estremamente accattivante. Buona anche l’esecuzione, impreziosita dalla voce indiscutibilmente ‘coloured’ di Big Al.
Saltando l’organistica Loves Tragedy, arriviamo a Jesus It’s Only Me Johnny, narrazione di ambiente prettamente country-christian ben sorretta dalla base strumentale, vicina allo stile di Kenny Rogers.
I fiati di Talkin’ The Talk ci suggeriscono di procedere oltre fino a I’m Too Green To Be Blue, dai toni soffusi, per arrivare al talking honky-tonk di Joe’s Truck Stop, molto gradevole invero.
Non manca il boogie fiatistico di Boogie Woogie Roll, abbondantemente tinto di tonalità antracite, il sound caraibico di Goodbye My Love, la performance emozionale di What A Man Will Do, fino all’imprevedibile blues di Rock Me Baby, con tanto di armonica in primo piano, peraltro davvero intrigante.
Disco strano e molto interlocutorio One Of A Kind: dove vuole andare e cosa vuole arrivare a fare Big Al Downing? Non abbiamo ancora la risposta.
Hayden’s Ferry 2304 (New Traditionalists, Country Gospel, 2003)
Dino Della Casa, fonte TLJ, 2005