Nuovo lavoro sempre sotto il segno della tradizione che più tradizione non si può, per una band che si fa ascoltare sempre molto volentieri.
In questo disco, ancora più che nei precedenti, risalta la sincerità tipica dell’autentico mountain bluegrass style della Virginia: un modo di suonare che si può definire ‘no frills’, pulito, senza orpelli e senza fronzoli, ma con la sicurezza dell’essenziale. E l’essenziale è, come citato anche nelle note di copertina, operare usando gli ingredienti giusti: taste, timing and tone, gusto, tempo e timbro. Che poi sono le famose tre T, gli elementi indispensabili per creare e suonare la musica bluegrass.
E le quattordici tracce del disco non fanno che dimostrare la bravura di questi cinque musicisti: particolarmente trascinanti sono Let’s Go Up On The Mountainside, un gospel dall’andare trionfale scritto da Sue Trivette e Blue Ridge Baby Blues, senza tralasciare Double Banjo Blues di Don Reno, dall’armonia ogni volta accattivante e sorprendente.
Sempre di Sue Trivette è anche l’intensa ed espressiva Wine Tears, tratta da una poesia scritta appositamente per la band da Barbara Hutton.
Non mancano le cover di classici indispensabili: ad esempio lo strumentale Lost Indian e l’intramontabile Take Me In Your Lifeboat.
Rispetto all’ultimo disco la line up è rimasta quasi uguale: Tommy Sells al mandolino, la moglie Teresa alla chitarra e voce tenor, il bravo Jimmy Trivette confermato a chitarra e voce solista, Larry Pennington al banjo e Alan Mastin al basso acustico. La novità è il fiddler Billy Hawks che ha occupato il posto di Tom Brantley.
Sono veramente bravi e autentici, e l’acquisto di questo disco è senz’altro un Real Deal, un vero affare.
Hay Holler 1364 (Bluegrass Tradizionale, 2002)
Claudio Pella, fonte Country Store n. 70, 2003