Il blues made in Italy sta diventando una realtà significativa e lo scorso anno album come quelli di Stefano Zabeo, Rudy Rotta o il Ways Back di Toffoletti hanno una volta di più dimostrato l’estrema vivacità del panorama blues italiano.
Sul finire dell’88, come ultima ciliegina su una torta assai buona, è arrivato il secondo LP dei Big Fat Mama, gruppo di Genova che dal ’79 ad oggi ha collezionato consensi in tutta la penisola ed è attualmente considerato come uno dei gruppi guida del rock-blues nostrano. Dopo Good Man Feelin’ Bad del 1987 il gruppo genovese torna con un convincente West Of Where sempre su etichetta Cobra.
Paolo Bonfanti, voce e chitarra dei Big Fat Mama (ma non dimentichiamo Maurizio Renda, l’altro chitarrista del gruppo) rimane uno dei personaggi più interessanti del chitarrismo rock-blues italiano, e questo LP più del precedente lo dimostra ampiamente: il progetto musicale stavolta sposta di più il sound dei Big Fat Mama verso un’area dichiaratamente rock-blues, e questo va detto subito anche perché molto spesso si parla di blues italiano, ma quasi sempre in realtà si tratta invece di musica rock-blues ed è giunto il momento di chiarire che oggi in Italia si fa molto più rock-blues che blues.
Questa non è una critica né ai Big Fat Mama né ad altri gruppi, ma c’è necessità di chiarezza, ed allora diciamo che questo West Of Where è un lavoro sorprendentemente vitale, costruito con una cura estrema per tutti i dettagli ed una volta di più queste produzioni dimostrano di non aver niente da invidiare a quelle straniere, se non forse una disponibilità economica diversa. Ottimo disco, ottimi musicisti, un rock-blues (io ci sento anche un po’ di psichedelia) convincente.
Chiaramente un disco consigliato.
Cobra 008 (Blues, Roots Rock, Blues Rock, 1988)
Giuseppe Barbieri, fonte Chitarre n. 35, 1989