Quarto appuntamento, ormai piacevolmente assestatosi su base annuale, con la ‘band dei sogni’ di tutti gli appassionati di bluegrass.
Tony Rice, J. D. Crowe, Doyle Lawson, Bobby Hicks, Jerry Douglas e Todd Phillips ancora una volta si riuniscono per dare vita alla Bluegrass Album Band, magica formula di successo artistico e commerciale che ha portato nuova linfa a tutto il mondo del bluegrass, per incidere un altro appassionante e ben riuscito LP. Se ci è concesso un paragone calcistico avere tutti questi big riuniti sotto un unico nome equivarrebbe ad una squadra in cui potessero contemporaneamente militare Maradona, Platini, Zico, Falcao e Rummenigge: mica male.
Che aggiungere dunque ai molteplici entusiastici commenti già espressi dalla critica musicale di tutto il mondo su questo favoloso ensemble?
In primo luogo crediamo giusto sottolineare, così come ha fatto Tony Rice (autentica mente e motore dell’iniziativa), la diversa filosofia di produzione di questo Volume Four.Rispetto ai precedenti lavori, il criterio di selezione dei pezzi anziché essere basato sulla cura, pulizia e ‘mancanza di errori’ è stato principalmente caratterizzato da diversi fattori quali l’emotività dei singoli brani e la loro complessiva freschezza. Si è trattato, sempre secondo Rice, di un tentativo di trasferire, in studio prima e successivamente su vinile, il feeling di una performance dal vivo. E in un certo senso il risultato, soprattutto se confrontato con le esperienze precedenti, si nota.
Provare per credere: Age (nuova cover del patetico, dolcissimo brano di Jim Croce, la cui versione originale rimane a nostro avviso imbattibile) e Talk It All Over With Him (magnifico gospel) cosi come Somehow Tonight sprizzano energia da ogni singola nota.
Altra gradita novità: un maggiore spazio chitarristico per Tony Rice, che si conferma stella di prima grandezza della attuale scena country. Se nelle precedenti esibizioni con la Bluegrass Album Band Rice ha volutamente limitato, in linea con la più rigida tradizione bluegrass, il numero dei suoi assoli in favore di una valorizzazione del ruolo di cantante, in questo quarto volume ritroviamo con piacere, oltre alla sua magnifica voce, il tono e la dinamica uniche della sua chitarra. La incredibile creatività musicale ed il gusto innato di questo strabiliante personaggio esplodono a sorpresa con stacchi chitarristici realmente da mozzafiato.
Tutti gli altri musicisti si confermano sia musicalmente che vocalmente agli impressionanti livelli di sempre. Una nota di merito particolare va sicuramente a Jerry Douglas, il più giovane del gruppo sia dal punto di vista anagrafico sia come militanza, perfettamente integrato nel nucleo originale e completamente maturato sotto ogni aspetto.
Nel repertorio, le principali fonti d’ispirazione sono, come al solito, gli immortali Flatt & Scruggs o il ‘papà’ Bill Monroe.
Chissà che, visti gli attuali orientamenti della band, il futuro non ci voglia concedere un disco ‘live’ magari frutto di un tour mondiale che tocchi anche l’Italia. Sognare non costa niente.
Il disco è caldamente raccomandato a tutti coloro che sostengono che il bluegrass è noioso.
Rounder 0210 (Bluegrass Tradizionale, 1985)
Ezio Guaitamacchi, fonte Hi, Folks! n. 15, 1986