Con la scoperta di Joe Ely, siamo arrivati a conoscere lo straordinario personaggio Butch Hancock. Infatti alcune delle migliori canzoni dei primi album del giovane texano sono composte dallo sconosciuto Butch. Il cantautore ci ha veramente incuriosito, così dopo lunghe ricerche siamo riusciti a trovare la mitica opera prima: West Texas Waltzes, incisa e stampata in proprio, con un pionieristico spirito musicale che ci ha subito affascinato.
Nativo a Lubbock, come Ely, Jennings ed il grande Buddy Holly, Butch è un cantautore veramente particolare, direi atipico per una zona come il Texas: la sua vena compositiva è influenzata da Woody Guthrie e Bob Dylan. La voce e l’uso dell’armonica sono assai vicine a Bob Dylan, liricamente è più letterato di Woody, e riflette in tutte le sue canzoni le sue origini ricordando i luoghi in cui vive.
Dopo aver passato vari anni on the road con Ely, e dopo avere formato una propria band, è giunto solo lo scorso anno ad incidere il suo primo album solista. West Texas Waltzes And Dust-Blown Tractor Tunes è il titolo assai appropriato dell’album, pubblicato dalla minuscola Rainlight Records, di proprietà dello stesso Hancock. Il coraggioso musicista ha inciso l’album completamente da solo, aiutandosi solo con la chitarra ed una particolare armonica a bocca: l’album è stato registrato nella living room di Joe Ely, e nel Duck Tape Studio di Lubbock. Ne sono state stampate solo mille copie. Esaurita questa tiratura Hancock ne ha messo in circolazione un altro migliaio.
L’album è comunque veramente splendido, e nella sua struttura completamente acustica ci porta naturalmente al paragone con Dylan e Guthrie. Le canzoni sono tutte di natura descrittiva, anche se in alcune songs la tematica riguarda luoghi comuni come la fragilità dell’amore e l’ipocrisia della natura umana. Ma immagini reali di strade polverose, praterie spazzate dal vento e desolate pozze d’acqua, hanno aiutato Hancock a crearsi un microcosmo assai particolare e personale.
In questo suo mondo privato, musicalmente e liricamente intimo, trovano posto coyote, losers e valzer del West Texas. Il vento, incontrastato dominatore delle lande texane, è un altro dei fattori principali delle sue liriche. Raramente le High Plains hanno avuto un omaggio come nella lirica Little Coyote Waltz, e ci affascina il mondo rurale e la tradizione contadina che Butch descrive nella splendida Dry Land Farm, ed i ricordi di Lubbock, Austin, della famosa Route 66, sono ricorrenti e graditi.
West Texas Waltzes… è un album sorprendente, affascinante nella sua scarna struttura musicale, così legata ad una intrinseca costruzione sonora tanto semplice quanto personale. La voce dylaniana e l’armonica ci avvolgono fin dalle prime note di Dry Land Farm (un racconto di fattorie e contadini), il classico omaggio al vento segue con Where The West Wind Has Blow’d, I Wish I Was Only Workin’ rammenta i suoi anni verdi, quando il cantautore lavorava come truck driver al servizio del padre.
La canzone che ci affascina maggiormente è il malinconico valzer West Texas Waltz (stupenda anche la versione elettrica di Ely su Honky Tonk Masquerade): tutto compreso nella sua particolare struttura di danza, questa fluttuante ballata è densa di descrizioni molto tristi e malinconiche di una certa marginale vita provinciale, e la descrizione della dance hall (o balere) di periferia è assai sentita. La Dirt Road Song descrive le strade rurali dissestate, mentre I Grew To Be A Stranger ha un curioso sapore autobiografico.
La stupenda Texas Air (con una melodia che ci ricorda la classica ballata western Red River Valley) è tutto un omaggio alla vita nel Texas, ai suoi sconfinati orizzonti ed alle sue immense e libere praterie. La struggente Little Coyote Waltz e They Say It’s A Good Land, hanno lo spirito di Woody insito nelle note musicali, mentre la conclusiva Just One Thunderstorm, che descrive una furiosa bufera a Tornado Alley, è certamente la più dylaniana di tutte le canzoni dell’album, nella sua semplice e lineare musicalità.
Un cantautore che finalmente, libero da ogni vincolo, si presenta con il coraggio della sua musica: a dispetto dei grandi circuiti commerciali americani, ecco una voce nuova e sincera. La classica This Land Is Your Land (di Woody Guthrie) sembra continuamente apparire tra le note di questo stupendo album. Dopo la rivalutazione di Willie Nelson (con Red Headed Stranger) e la scoperta di Joe Ely, questo solo di Hancock è certo l’album più importante uscito ultimamente dal Texas.
Rainlight 1114 (Traditional Country, Honky Tonk, 1978)
Paolo Carù, fonte Mucchio Selvaggio n. 18, 1979